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Roma, 29 Ottobre 2004: abbiamo fatto l’Europa laica, adesso facciamo gli europei laici. O no?

In un contesto solenne e sontuoso, il 29 Ottobre scorso a Roma viene sancito un nuovo accordo tra gli Stati membri della comunità europea. E’ la data storica di un avventura cominciata nel 1957, sempre a Roma.

di Paola Fagone - giovedì 18 novembre 2004 - 4347 letture

In un contesto solenne e sontuoso, il 29 Ottobre scorso a Roma viene sancito un nuovo accordo tra gli Stati membri della comunità europea. E’ la data storica di un avventura cominciata nel 1957, sempre a Roma. Paesi che in tempi non tanto remoti si erano fatti la guerra, con una nuova comunione d’intenti, con ottimismo e speranza nel futuro, progettavano una Europa migliore e rinnovata. Allora gli stati aderenti erano solo quattro, l’Italia era tra questi. Dando un occhiata all’elenco dei firmatari che hanno affollato il Salone degli Orazi e dei Curiazi in Campidoglio, saltano all’occhio ben sei teste coronate. Degnamente rappresentate dalle rispettive delegazioni. Nell’ordine, per il Regno Unito, per la Regina d’Olanda, per il Granduca di Lussenburgo, per il Re di Spagna, per la Regina di Danimarca, per il Re del Belgio, (fonte ANSA). Le sei teste coronate vivono e vegetano amabilmente nel Vecchio Continente. Tra i nostri Capi di Stato, pro guerra, anti guerra, liberali, conservatori, ancora troneggiano loro, i monarchi. Mi viene in mente il Congresso di Vienna (22.09.1814 - 10.06.1815). E’ chiaro che, a differenza dei loro antenati ai tempi della restaurazione, sono limitati nei poteri e non hanno grande facoltà decisionale; al massimo ci deliziano con qualche loro matrimonio del secolo. A pensarci un attimo, è straordinario. Questa è una peculiarità che non ha precedenti al mondo. Tutte le forme di governo, come al Congresso di Vienna, convivono nell’Europa del nuovo millennio. Nel Congresso di Vienna si tentava di restaurare una Europa falciata dalle scorribande di Napoleone. Una situazione politica disastrosa, che vide la necessità di allontanare lo spettro dell’imperialismo napoleonico, di sedare i tentativi rivoluzionari e le idee liberali. Cosa è cambiato? Oggi lo spettro da cacciare è il terrorismo e le differenze socio economiche tra le nazioni. Ad essere seri, dei rivoluzionari romantici è rimasto ben poco, quelli di oggi si fanno esplodere e non danno tante spiegazioni a proposito. Nella maggior parte dei casi lo fanno per fondamentalismo religioso. Poniamoci quindi il problema della religione, che oggi come allora, ai tempi del Congresso di Vienna intendo, fece allontanare il Vaticano dalla questione. Con la Santa Allenza nel 1815 si tentò di stilare un programma (parallelo agli accordi presi in seno al Congresso) per la difesa della religione greco-ortodossa, cristiano cattolica e cristiano protestante; fu un accordo sancito per rispettarne le differenze ed evitare tentativi di impoverimento dei poteri clericali. Ai tempi della Restaurazione, i Papi potevano fare la guerra e schierare eserciti. Il Vaticano poteva vantare supremazie sugli stati e sulle religioni definite minori. Ma esistono religioni di categorie inferiori? Certamente no. Il Vaticano di oggi prende le distanze dalle decisioni politiche, ma ricorda a tutti noi le cosiddette "radici cristiane". I nostri rappresentanti politici non affrontano l’argomento e l’Europa moderna, con rammarico degli aventi diritto, negando appunto le sue radici cristiane, stila una bozza di costituzione laica. Una Europa laica d’accordo, che non può fare a meno di affrontare la questione religiosa, anzitutto perché non esiste una sola religione, la cattolica; poi perché in un contesto di integrazione alle altre culture, non si può sventolare l’assolutismo della laicità. Laico non significa asettico, disinteressato alle esigenze di quanti vivono e lavorano in Europa. Europei non sono solo gli italiani, i francesi, i tedeschi, ma lo sono tutte quelle genti, tutte quelle anime che abitano l’Europa; che per lavoro, disperazione, studio, sono lontane dalle loro terre di origine e subiscono mortificazioni sociali e razzismo. Per quanto tempo si dovranno ripetere episodi simili a quelli del crocifisso in aula o del velo in palestra? La religione è un punto fermo della vita di ognuno. E’ un aggravante nelle questioni politiche e di guerra, specialmente in questo ultimo periodo. Non è esclusiva di nessuno, ma argomento che deve coinvolgere tutti. Una politica che non preveda la questione religiosa, non può conciliarsi con i cittadini e con le loro esigenze. Un clima di armonia tra i popoli, è dovuto, non solo all’affermazione dei diritti e dei doveri, ma anche al rispetto delle differenze, e differenze sono, ahimè, anche quelle religiose.


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