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Renato Palmieri ci apre una porta sul paradiso

...Dopo aver raggiunto Napoli ed attraversato l’inferno del traffico in tangenziale, il purgatorio del parcheggio non ti può che aspettare il paradiso.

di Enzo Maddaloni - sabato 17 novembre 2007 - 7848 letture

Quando arrivi a Napoli ti può capitare di tutto ma, in ogni caso, alla fine della giornata torni a casa con il cuore gonfio d’amore per questa città che misura la sua grandezza con il cuore delle persone che ci abitano.

Dopo l’inferno del traffico in tangenziale ed il purgatorio del parcheggio non ti può che aspettare il paradiso.

Renato Palmieri ci apre la porta della sua casa e noi per festeggiarlo ci mettiamo il naso rosso e con il gelato in bella vista gli cantiamo la canzoncina: “tanti auguri a te, tanti auguri a te e la torta gelato a me. Tanti auguri Renato!” .

Lui rimane un po’ interdetto, nel vedere anche i suoi vecchi (per modo di dire) amici con il naso rosso. Ci accoglie con un sorriso smagliante che rappresenta appieno la sua tenera età di 83 anni ed è cosi che gli facciamo due coccole per festeggiare il suo onomastico.

Dopo l’inferno ed il purgatorio essere accolti da un sorriso fa sempre piacere ma non mi aspettavo di essere accolto in paradiso.

Entriamo in casa. La casa stà in un vecchio palazzo di via Tito Angelini che fa angolo con Largo San Martino da dove la bellissima Certosa di San Martino si affaccia sul golfo di Napoli.

http://www.danpiz.net/napoli/monumenti/Certosa.htm

Ci fa sedere nel tinello della cucina che ha una balconata ad angolo con veranda sul golfo di Napoli. Il paradiso così si apre davanti ai nostri occhi. Franca e Lucio, i due comuni amici che mi hanno accompagnato, pur se abituati a quello spettacolo divino, mi dicono “sai lui aveva timore ad ospitare e ricevere qui delle persone...perché da quando sua moglie non c’è più ...Lui crede che la sua casa non sia più pronta a riceve ospiti”.

"Credo che Lei si sbagli di grosso", gli dico subito ...e Lui: “ma con chi stai parlando… con un altro… o con me…io mi chiamo Renato”.

Comprendo che mi trovo di fronte ad una persona specialissima e solo una persona specialissima può vivere in quel paradiso della sua casa.

Cosa che non si conferma solo a me ma anche al mio Mentore e Tutor Clown Dottor Follicchio al secolo Miereco Diego Ferrante, che ci raggiunge subito dopo e restando perennemente in cerca di casa gli chiede se c’è disponibilità in zona. "Il castello qui a fianco è vuoto" gli risponde ridendo.

Più che parlare abbiamo fatto una vera e propria ricerca “archelogica utilizzando il metodo a cipolla”. Strato per strato a ritroso delle nostre vite che qui non mi azzardo neppure ad accennarvi anche perchè appartiene al passato. E, poi... trovandoci in paradiso ad un certo punto Diego ha notato, guarda caso, appesa al muro del tinello, di fronte proprio a questo panorama di Napoli che da solo ti riempie in cuore e potresti stare li per ore anche in silenzio, anche il testo in cornice di tutta la Divina Commedia di Dante Alighieri a suggellare il momento presente.

A questo punto ci ha fatto visitare il suo studio- biblioteca (l’ospedale dell’anima), dove ha studiato di tutto ma in particolare della “fisica unigravitazionale” http://it.geocities.com/cid10.geo/. Oggi anche la rivista specializzata “Scienza e Conoscenza” accoglie la sua ricerca in un articolo pubblicato sul n. 22 di novembre 2007 http://www.scienzaeconoscenza.it/arti_rivista.php?id=465.

Le forme geometriche (ottagonali, cerchi, spirali) dell’universo che con somma meraviglia Renato ti fa vedere negli intagli del tavolo del suo soggiorno o nel cachi che si stava sbucciando e che a Napoli chiamano "a legn sacr" (il legno sacro). Le stesse forme che avevo collegate ai "Focolai di Hamer" e proposte all’attenzione della rivista Scienza e Conoscenza.

E, così, anche se comprendi che sei andato alla ricerca del tuo Graal per centiciquanta anni e non l’hai trovato, solo ora, con Lui, ti rendi conto che alla fine lo tenevi già in casa, sotto gli occhi, e non l’avevi visto mai: nel cachi o negli intagli del tavolo nel soggiorno.

Ed è cosi che lui si è fatto costruire da un fabbro il suo Graal. Guarda caso è di forma ottagonale. La forma della macchina del tempo o come il Castello del Monte di Andria.

E, mentre ci ammiriamo estasiati con Diego gli intagli sul suo tavolo nel soggiorno, bussano alla porta. E’ il pizzaiuolo che porta le pizze. Diego è nel frattempo diventato quasi magico e saluta meravigliato il pizzaiuolo. Erano amici da anni, ma si erano persi di vista.

A questo punto per non sporcare la sua macchina del tempo (il tavolo nel soggiorno) spostiamo la nostra discussione sul tavolo del tinello reduce già della cena del figlio pastore.

E’ già. Non pensate di cavarvela quando arrivate a Napoli senza mangiarvi una pizza “il pranzo degli Dei".

Tre pizze e Tre birre. E’, sì! Tre birre e non due o una, perché lui ci ha detto che se eravamo tre vuol dire che c’era il numero perfetto e che non si poteva scomporre e che uno, più uno, più uno non fa (solo) tre ma fà anche una birra a testa perchè eravamo in tre e non in due (può sembrare la solita filosofia napoletana no è anche fisica quantica).

Quindi con la felicità mia e di Diego, quasi ci avesse letto nel pensiero, ci siamo bevuti una birra a testa e non un bicchiere , o mezza o tre quarti di essa. Lui ci ha detto: “....diversamente non sarebbe risultato perfetto il nostro incontro”. Apprezziamo cosi (anche) la sua buona compagnia a tavola oltre all’infinito spazio che si apre dinanzi ai nostri occhi.

Alla fine ci ha raccontato il fatto che da pochi giorni gli hanno rimesso il suo nome sull’elenco telefonico di Napoli a pagina 555 ed era molto felice per la sequenza numerica. Se non ho capito male il 555 rappresenta una delle sequenze numeriche "divine".

La sua casa è una via di mezzo tra chiesa e paradiso culturale. Vive con suo figlio che è Cappellano al Cardarelli. La sua casa è un incrocio di percorsi e spazi ludici, spirituali ed iperteconologici come il suo pc da tavolo che fa un po’ fatica ad aprirsi per il tutto il peso di conoscenza e segreti (file) che racchiude.

Ed è proprio uno dei suoi file che qui mi arrivano di botto nel bel mezzo di questo mio "reporter" e che vi trascrivo integralmente dal suo sito:

Info: http://it.geocities.com/cid10.geo/

La chiave filologica del “Crittogramma di Bourges”.

Premetto che Renato l’ha scoperta anni fa (e comunicata a una cerchia "esoterica" di amici...)... nel Vangelo di Giovanni, ai versetti 3-5 del capitolo III: quello di Nicodemo:

Costui, un maestro fariseo della legge giudaica, in una visita notturna a Gesù, gli esterna la sua ammirazione per i segni divini presenti nella sua opera. Gesù gli risponde con un discorso di altissimo quanto recondito e polivalente significato, che si ritrova identico nella sostanza ma con differente veste simbolica nella versione greca e in quella latina. Esso è quindi tale da non potere essere tradotto immediatamente in una forma unica e onnicomprensiva: il che non è stato colto finora da nessuno, per quanto se ne sappia, fatta eccezione per l’autore dell’edicola (inutile parlare di Fulcanelli).

Una prima traduzione italiana del testo greco di quei versetti suona:

3 - Rispose Gesù e gli disse: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio". 4 - Dice a lui Nicodemo: "Come può un uomo nascere essendo vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel ventre di sua madre e nascere?" 5 - Rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e spirito, non può entrare nel regno di Dio".

Tra il discorso di Gesù e la sua immediata ricezione nella mente di Nicodemo c’è un dislivello grandissimo, rappresentato nel testo greco dal senso ambivalente dell’avverbio ànothen, che può significare di nuovo - come lo intende Nicodemo - ma anche dall’alto.

Gesù avverte l’incapacità di comprendere che è tipica della scienza umana e che in Nicodemo si caratterizza con l’univocità attribuita al termine che ha sentito. Più oltre, infatti, (vers. 10) Gesù ironizza su di essa, persistendo l’incomprensione di Nicodemo: "Tu sei maestro di Israele e non sai queste cose?"

Egli significava insieme che nasce di nuovo solo chi nasce dall’alto, poiché (vers. 6) "ciò che è nato da carne, è carne, e ciò che è nato da spirito, è spirito", intendendo che da carne si nasce, ma la ri-nascita è dello spirito, che viene dall’alto, come ribadisce ai versetti 7 e 8: "Non meravigliarti, se ti ho detto: bisogna che voi nasciate ànothen. Lo spirito dove vuole spira, e tu ne senti la voce, ma non sai donde viene e dove va: così è ognuno che è nato dallo spirito".

La traduzione latina di un passo così complesso e denso doveva evidentemente affrontare la difficoltà di corrispondere alla pregnante ambiguità del testo greco, non disponendo di un termine bivalente come ànothen. La soluzione è risultata di straordinaria ingegnosità e bellezza simbolica, come ora vedremo.

Il vocabolo latino significante il "nascere di nuovo" era ovviamente il verbo renasci, col participio renatus. Peraltro bisognava trovare un modo di sottolineare che la sillaba "re-" comprendeva un senso più esteso del normale valore di replica ("di nuovo, una seconda volta"). L’effetto doveva essere di livello esoterico, pari cioè all’intendimento di Gesù, che parlava a chi aveva orecchie per udire, come altre volte si era espresso, con un linguaggio sovrastante la scienza profana ma incontrovertibile nel suo vero significato.

Il traduttore latino opera, quindi, così: - Nei versetti 3 e 5 mette in forte risalto, nella proposizione che fa da protasi, il participio "renatus": "nisi quis renatus fuerit", cui segue nel vers. 3 l’avverbio "denuo" e, corrispondentemente, nel vers. 5 "ex aqua et spiritu". Ovvero, il "re-" di "re-natus" vale di nuovo solo per chi è nato da acqua e spirito, cioè dall’alto ("ànothen"). Tale dettato si contrappone al semplicistico rinascere carnale di Nicodemo del vers. 4.

 In ciascuno dei tre versetti consecutivi la sillaba "re" costituisce il "lucchetto" che tiene unite le due parole finali: 3 - videre regnum; 4 - introire (et) renasci; 5 - introire (in) regnum.

 Il prefisso "re-" di "renatus", così intensamente sottolineato, viene caricato di un sovrasenso spirituale, derivante da una tradizione iniziatica, che conferisce al vocabolo l’ambivalenza esoterica proposta dal testo greco.

Risulta già da ora evidente che l’artista del palazzo Lallemant ha colto la struttura filologica del passo evangelico e il suo riposto significato, esprimendone il nesso sillabico con RERE e il legame fonetico-allitterante - come lo scatto del "lucchetto" - con RER: il tutto ripetuto tre volte in relazione ai tre versetti successivi.

Ma veniamo all’osservazione conclusiva sull’enigmatico valore di questo passo evangelico.

Nel testo latino il participio "renatus" dei versetti 3 e 5, col particolare rilievo anche ritmico conferitogli nella traduzione sacra, offre la chiave di una particolare interpretazione iniziatica del valore di quel "re", che stringe con un simbolico legame le parole finali dei versetti 3, 4, 5. Ricordiamo che "Ra", "Re" sono trascrizioni fonetiche occidentali del nome del dio-Sole egizio, che compare nei nomi di faraoni, come Khaf-ra (o Khaf-re), detto Cheph-re-n dai Greci, e Dedef-ra (o Re-dedef), figli di Cheope: i faraoni, infatti, erano destinati a rinascere proprio perché nati da Ra, nati dal ka divino, cioè dallo Spirito, e le Piramidi erano il tempio del rito iniziatico della loro rinascita (il discendere e il risalire del ka divino contrassegnava la successione del nuovo faraone al morto, come è mostrato nella Grande Piramide dai cosiddetti "canali psichici", i condotti che immettono nelle due grandi camere rituali).

In particolare, Chephren è trascrizione greca dell’egiziano antico Hawef-rie, che significa "il suo apparire è Rie" (cioè Ra, Re): in altri termini, il "re-natus" latino ne è la precisa traduzione esoterica nel contesto delle dottrine iniziatiche nelle quali si veniva formulando il Vangelo di Giovanni.

Il vocabolo assume così, nelle parole di Gesù, un duplice significato, esattamente come ànothen nel testo greco: il primo e immediato è quello che provoca la meraviglia incredula di Nicodemo, ossia "nato una seconda volta"; l’altro, recondito, è "Re (Rie, Ra) natus", nato come Rie, dallo Spirito di Dio, quindi dall’alto, condizione indispensabile per "nascere una seconda volta" e vedere il regno di Dio”.

Alcuni giorni fa, in occasione della visita del Papa a Napoli, un giornalista TV intervistava per strada le persone e fermando una mia amica che si trovava a passare di lì (incastrata dal serpentone di persone) le ha domandato: “Adesso è venuto anche il Papa a Napoli credi che cambierà qualcosa?”. La mia amica (Clown) si è messa a ridere in maniera anche un pò irriverente, ma sapete com’è, è una Clown. La giornalista aveva fatto la domanda alla persona sbagliata. Il clown per sua natura è irriverente. Quando mi ha raccontato l’episodio ho riso di cuore anch’io.

Credo che ci voglia molto più della visita di un Papa ogni tanto. Ora ho sempre più conferme che "il segreto" sta proprio nel comprendere come questa "legge universale dell’attrazione" che sia Renato che altri scienziati oggi ci rilevano anche a noi comuni mortali "The Secret" http://www.macrolibrarsi.it/libri/__the_secret.php ci possa indicare il cambio del paradigma nel XXI secolo.

La nostra salvezza sta già dentro ognuno di noi se solo lo comprendiamo, perchè ognuno di noi è unico e divino.

Lamark ci diceva che l’evoluzione dell’uomo sta nella collaborazione e non nella competizione. Michel Focault suggeriva di proprendere ad un Dio personale per eliminare ogni logica di "potere esterno" al processo di evoluzione di ognuno di noi. La legge dell’attrazione ci dimostra solo come ciò sia possibile.

Per questo considero che Renato ci ha indicato la porta o una delle "porte" per raggiungere il paradiso": la legge dell’attrazione è la legge unigravitazionale scoperta da Renato Palmieri molti anni fà.

Non c’è nulla che ci viene negato se noi lo attraiamo e nulla ci viene respinto se noi lo poniamo con amore e con gioia, perchè è la stessa forza che governa l’universo: l’amore incondizionato.

Se pensiamo al male ci arriva il male se pensiamo in bene ci arriva bene. Alcuni giorni fa un amico mi ha confidato che provava una sensazione "d’invasione di campo" nella sua vita e tutto in quel momento si trasformava in "invasioni di campo" dalla sensazione di una relazione interpersonale, al crollo di un muro che "invadeva un campo", all’impazzimento dei sui collaboratori sul lavoro che "invadevano" per altri versi "il suo ruolo" o "campo di potere".

Questo processo fisico "la risonanza" è un fenomeno già conosciuto ed abbraccia diverse discipline (meccanica, fluidodinamica, costruzioni, acustica, elettronica); in alcuni casi è la causa principale del funzionamento di certi dispositivi, in altri può comportarne il "disastroso collasso". Cosi come è conosciuta la "risonanza di schuman" ed il fatto che la terra sta cambiando frequenza http://www.mednat.org/misteri/frequenza_terra.htm (teoria del Geologo Gregg Braden).

Ora attraverso la legge dell’attrazione e della forza unigravitazionale possiamo trovare sempre più "testimonianze" che proprio come una "risonanza" del nostro pensiero può modificare la nostra realtà non solo quella che vediamo in giro tutti i giorno nelle nostre città ma anche quella biologica.

Inoltre la stessa ripetizione dei Mantra, o la ripetizione del "RERE RER" la preghiera rilevata da Renato nel "Crittogramma di Bourges", rappresentano e trovano oggi conferme proprio nel campo della biologia cellulare con "l’epigenitica" (La Biologia delle Credenze di Bruce Lipiton) che attraverso la percezione della nostra realtà riscrive le nostre credenze e con esse anche il nostro DNA. Quindi non un DNA statico ma che si modifica attraverso la riscrizione del nostro modo d’essere: "Io credo" ed è per questo che può avvenire il miracolo. Comprendere ciò sarebbe il vero cambio del paradigma del XXI secolo.

Per questi motivi "credo" che il nostro destino sia nelle nostre mani e nelle mani dell’universo, che oggi batte più forte insieme a Gaia e ci sta facilitando la comprensione di come possiamo “rinascere da sè" in questa nostra “comunità provvisoria”.

Certo è che continuerò a viaggiare con il mio Clown Nanosecondo "tra diversi mondi" come ho fatto fin’ora con la mia moto del tempo ma solo per cercare persone speciali come Renato che mi possono aiutare a comprendere ed ultimamente devo dire che ne ho incontrate moltissime di persone speciali. Ora ho più consapevolezza del fatto che la ricerca del (mio) Graal, se sappiamo guardare ed ascoltare con il cuore, svuotando la mente del nostro passato, lo possiamo trovare anche (come Renato ci ha insegnato) sul tavolo del soggiorno della nostra casa.

Un’altra conferma che ho raccolto in questi giorni è che l’amore non appartiene al (nostro) tempo perchè esso (il tempo) non ci appartiene e cosi ho compreso anche la vera essenza del mio Clown Nanosecondo. Egli vivendo nel caos è al di la del tempo e, per questo, cerca di essere solo messaggero e testimone di libertà avendo oggi coscienza che solo nella libertà c’è il vero amore.

Ecco rinascere si può. Tutto sta a comprendere "il segreto" e lo si può fare in una chiesa, in una scuola, in un quartiere abbandonato, in una strada, nella cucina della vostra casa.

Si lo possiamo fare tutti, oltre che dall’alto di quell’angolo di Largo San Martino, dove c’è la casa del Prof. Renato Palmieri, anche dall’alto del tuo tavolo in cucina dove se sai guardare con gli occhi giusti puoi vedere il paradiso.

P.S. Un grazie per la comprensione di ciò agli amici Franca, Lucio ed Angela ed al magnifico Diego. Leggetevi l’articolo su Scienza e Conoscenza n. 22 di Renato Palmieri. L’universo unigravitazionale ovvero il tramonto - non ancora contemplato della teoria della relatività. A quando l’addio alla gravità di Galilei?

http://www.scienzaeconoscenza.it/arti_rivista.php?id=465


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