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Perché votare Potere al Popolo

Appello al voto di Pina La Villa: "il 4 marzo andiamo a votare finalmente con allegria e convinzione, perché voteremo per noi."

di Potere al Popolo - lunedì 26 febbraio 2018 - 5278 letture

Novembre 2017: ci sono appena state in Sicilia le elezioni regionali che hanno rispettato il copione scritto da tempo: il fallimento del governo Crocetta ci ha portato direttamente al governo di destra di Musumeci. Ancora una volta non è cambiato nulla.

Ma da Napoli arriva una novità: la sfida di far nascere una nuova lista, la lista di potere al Popolo: non un nuovo cartello elettorale finalizzato alla lotta interna al PD, come sarà poi Liberi e Uguali, ma la sfida a ricostruire uno spazio vero di rilancio della sinistra in Italia. Una sfida lanciata nella palude della politica italiana. Giovani dei centri sociali, militanti delle associazioni, rete dei comunisti, ma anche partiti come il PCI e Rifondazione comunista decidono che è arrivato il momento di dire basta alla rassegnazione, non è possibile continuare a farci massacrare dalle politiche di rigore portate avanti da PD e destra e non messe in discussione né dal movimento Cinquestelle né dai tentativi della cosiddetta sinistra di D’Alema & C. di differenziarsi dal PD.

Dicembre 2017: In centinaia di assemblee svoltesi in tutta Italia, al ritmo serrato di un vero e proprio contagio, la sfida viene raccolta: Nasce Potere al Popolo.

Assemblee come la prima alla quale ho partecipato a Catania: eravamo tanti, ma soprattutto eravamo quelli che, negli anni, ci eravamo incontrati nelle piazze in mille battaglie : c’erano le donne di diverse generazioni che negli anni hanno lottato contro le discriminazioni nel lavoro e nella società; c’erano gli attivisti che hanno lottato contro il MUOS a Niscemi, c’erano i docenti che si erano mobilitati in massa contro la legge 107, la cosiddetta buona scuola di Renzi, c’erano gli studenti universitari, soprattutto i pendolari, che hanno perso il diritto allo studio perché non si possono permettere di pagare tasse sempre più elevate e affitti sempre più esosi. C’erano i compagni di Augusta e Siracusa, che hanno conosciuto e combattuto il ricatto più atroce che si possa subire, quello di scegliere fra il lavoro e la salute, in un territorio bellissimo distrutto dalle servitù militari ed economiche e dalla cementificazione selvaggia.

Ancora dicembre 2017: le assemblee si sono moltiplicate, e si sono somigliate, perché, a dispetto di un’informazione che non ne parla, in Italia c’è chi in questi anni ha resistito all’imbarbarimento della nostra vita sociale, all’ingiustizia delle leggi sul lavoro e la pensione, che tengono fuori i giovani togliendo loro speranza e futuro mentre costringono i vecchi a lavorare oltre ogni decenza, ai tagli alla spesa sanitaria, alla paura del migrante diffusa ad arte. Non è stato difficile, in quelle assemblee, fare il programma: era scritto già nelle storie di chi prendeva la parola, perché era il frutto di esperienze e di profonda conoscenza dei problemi specifici del territorio e della loro connessione con i problemi più generali: che eravamo contro la riforma Fornero, contro le disuguaglianze, contro il divario fra ricchi e poveri che si è andato sempre più accentuando, ce lo eravamo detto nel corso delle lotte fatte assieme, che i nostri riferimenti erano nella storia del movimento operaio e contadino in Italia e nel mondo, lo sapevamo da tempo. Non abbiamo avuto bisogno di inventarci delle idee e delle promesse per riempire pagine di parole vuote per un programma elettorale.

Gennaio 2018: per partecipare al voto occorreva scegliere i candidati e raccogliere le firme per presentare la lista. Discussioni, riunioni, banchetti. Era difficile e avevamo poco tempo. Eppure lo abbiamo fatto, e abbiamo addirittura raccolto il doppio delle firme necessarie.

Febbraio 2018: finalmente ci possiamo dedicare alla campagna elettorale. Una campagna elettorale difficile: non abbiamo risorse per cartelloni e pubblicità e i media ci ignorano – all’inizio la nostra lista non veniva neanche compresa nei sondaggi. Però pensateci: a novembre non esisteva, a Dicembre le assemblee, a gennaio la presentazione della lista, a febbraio la campagna elettorale, per una lista sconosciuta e un simbolo nuovo: eppure siamo passati dallo zero virgola quasi il 3% negli ultimi sondaggi: se seguiamo questo ritmo rischiamo non solo di superare lo sbarramento ma di ottenere un consenso ancora più vasto!

Non facciamo promesse, come è chiaro dopo quanto ho detto. Nel programma non troverete le solite espressioni come “faremo”, “realizzeremo”, “prometto che”. C’è invece l’invito a continuare a lottare, col voto e oltre, perché non ci fermeremo qui. Sappiamo per esperienza che le conquiste fatte non sono per sempre, sappiamo che le cose cambiano solo se siamo noi ad agire il cambiamento, se lo pratichiamo nella nostra vita e in ciò che facciamo. Sappiamo che abbiamo vinto quando eravamo tanti e siamo arretrati quando siamo stati soli. Lo sappiamo bene noi donne, che dopo aver ottenuto sulla carta i nostri diritti, come la parità salariale, i servizi sociali, l’accesso al sapere, ad ogni vento di crisi li perdiamo. No, non vi chiediamo solo il voto. Vi chiediamo di stare con noi, di sostenerci, da ora al 4 marzo e anche dopo. Non possiamo più permetterci di essere rassegnati, non serve essere arrabbiati o depressi, serve reclamare con forza il rispetto della nostra dignità di lavoratori, di cittadini, di uomini e di donne che vogliono per sé e per i propri figli un presente e un futuro degni di essere vissuti.

Potere al Popolo ci dà la possibilità di farlo: il 4 marzo andiamo a votare finalmente con allegria e convinzione, perché voteremo per noi.


Pina La Villa è candidata per Potere al Popolo al collegio di Siracusa per la Camera dei deputati.


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Pina La Villa

Pina La Villa è nata nel 1960 a Francofonte (SR). Laureata in Filosofia e in Storia Contemporanea, insegna nei Licei, vive a Catania dal 1998. Ha collaborato con la rivista online Girodivite (www.girodivite.it) occupandosi della storia e del pensiero delle donne; ha pubblicato i saggi: Segnali di Fumo, Elle come leggere, Socrate al caffé: tutti editi da ZeroBook; si è occupata di storia pubblicando I Sessantotto di Sicilia; ha scritto per riviste come école, per gli annali della Fondazione Gramsci dell’Emilia Romagna, per Città di Città, Città d’Utopia; ha pubblicato recentemente uno studio su Aleksandra Kollontaj: Marxismo e femminismo nella rivoluzione russa (Villaggio Maori editore): un impegno teorico che si è sempre intrecciato con l’impegno politico, nelle associazioni e nei partiti. E’ candidata di Potere al Popolo alla Camera dei deputati, nel collegio uninominale di Siracusa.



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