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NUCLEARE...Fra i "custodi" Sogin, Enea e Fiat Avio - La mappa delle scorie italiane

La centrale di Caorso Novanta siti che ospitano rifiuti radioattivi e combustibile irragiato. Distribuiti sul territorio di 10 regioni. Dai 20 capannoni del Lazio a gli scarti a basso tasso radioattivo degli ospedali.Sono circa 90 i capannoni e bunker che da un capo all’altro dell’Italia già ospitano depositi di rifiuti radioattivi e di combustibile irraggiato.

di Giuseppe Castiglia - venerdì 5 dicembre 2003 - 12531 letture

Di questi 90 capannoni, 20 si trovano nel Lazio, 16 in Piemonte, 12 in provincia di Matera e 10 in Lombardia. Nel Lazio il materiale nucleare è stoccato soprattutto nel centro di Casaccia, alle porte di Roma e a Borgo Sabotino in provincia di Latina. In quest’ultimo centro esistono ben 10 aree di deposito. Nel Piemonte le zone interessate dalla presenza di materiale radioattivo sono soprattutto quelle di Vercelli e Alessandria. Si contano 10 depositi, per complessive 20 aree di stoccaggio, disseminate fra Trino Vercellese (Vc), Saluggia (Vc), Tortona (Al), Avogadro (Vc), Boscomarengo (Al), Campoverde (Al). In Lombardia i depositi si trovano a Milano, Ispra (Va) e Pavia; quelli emiliano-romagnoli sono a Caorso (Pc) e Forlì. Tutti gli altri sono sparpagliati per la Penisola: a Palermo, a Termoli, nei pressi di Caserta, a due passi da Taranto, a Pisa. Nel deposito di Rotonella in provincia di Matera si trovano 12 aree di stoccaggio.

Questi depositi sono per la maggior parte gestiti dalla Sogin, la stessa società che per conto del governo ha individuato a Scanzano Jonico il nuovo possibile sito unico nazionale per le scorie radioattive. Altri depositi, ad esempio a Palermo e Milano, sono gestiti dalle università; quello di Varese lo gestisce l’Euratom; a Casaccia di Roma se ne occupano l’Enea, la stessa Sogin e la Nucleco; anche la Fiat Avio si occupa di rifiuti nucleari, a Saluggia (Vc); altri depositi sono affidati alla cura di consorzi o di società. Ognuno di questi soggetti è sottoposto alla vigilanza dall’Apat, l’agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente.

Le regioni nelle quali non esistono depositi per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi provenienti da centrali dismesse e di combustibile irraggiato sono Calabria, Liguria, Umbria, Friuli, Trentino, Val d’Aosta, Marche, Sardegna, Abruzzo, Veneto. Ciò, tuttavia, non vuol dire che esse siano immuni dalla presenza di sostanze radioattive sul loro territorio, magari stoccate anche in grandi quantità e in condizioni di sicurezza tutte da verificare. Va detto infatti che a parte le scorie radioattive dovute ai materiali di scarto delle vecchie centrali nucleari, e dai residui lavorati provenienti dalle industria chimiche e siderurgiche, e dagli organismi scientifici, in tutte le regioni d’Italia cresce ogni giorno la produzione di altre sostanze radioattive, alcune delle quali di grado alto, dovuta alle attività ospedaliere.

I maggiori centri di cura, specialmente nelle grandi città, ospitano addirittura al loro interno in genere negli scantinatid ei siti di stoccaggio dei materiali pericolosi. In particolare gli ospedali producono scarti ad alto tasso radioattivo nel settore di radiologia; ci sono poi i traccianti utilizzati per le scintigrafie, le macchine per la cura del cancro, in particolare gli aghi di radio, e le cosiddette bombe al cobalto, e altro ancora.


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28 dicembre 2003, di : sandro |||||| Sito Web: le verità nascoste

LE VERITà NASCOSTE

LA VERA STORIA DI SCANZANO JONICO

IL FATTO Giovedì 13 novembre il Consiglio dei ministri decreta che il sito di raccolta unico per i rifiuti nucleari italiani si deve fare a Scanzano Ionico. Al sito di Scanzano saranno destinate scorie radioattive di seconda e di terza categoria, che devono essere isolate dalle acque e da ogni contatto con esseri viventi per almeno 150.000 anni. Le più pericolose in assoluto! GLI ERRORI 1- La decisione è in manifesta violazione delle direttive comunitarie, che prevedono PRIMA di procedere alla determinazione di un sito di stoccaggio di scorie radioattive "un’ampia consultazione delle comunità locali" 2- L’unico sito esistente al mondo, destinato allo stoccaggio di scorie ad alta attività, ossia di terza categoria, è lo Yucca Mountain, nel Nevada (USA), che si trova in UN’AREA DESERTICA, per il quale la valutazione di Impatto ambientale e lo studio di fattibilità sono durati 16 ANNI (dal 1986 al 2002) 3- La decisione è in aperto contrasto con le norme dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) in merito ai criteri da seguire per la selezione dei siti di stoccaggio di scorie radioattive Norme dell’IAEA
- La zona non deve essere ne SISMICA ne vulcanica
- La zona non deve essere vicina A FIUMI, LAGHI O FALDE ACQUIFERE SUPERFICIALI
- La zona non deve essere vicino a CENTRI ABITATI o in zone dove ragionevolmente si prevede uno sviluppo urbano
- La zona non deve essere in montagna o su COSTE SOGGETTE A FRANE, EROSIONI; ALLUVIONI
- La zona non deve essere vicino a GIACIMENTI PETROLIFERI O DI GAS LA SITUAZIONE DI SCANZANO JONICO 1- La popolazione locale è stata tenuta completamente all’oscuro di tutto fino alla pubblicazione del Decreto Ministeriale 2- Gli studi(quali?) compiuti sul sito di Scanzano si basano esclusivamente su indagini compiute dal Servizio geologico Nazionale negli ANNI ’70/^80 3- La decisione contrasta con le norme dell’IAEA per i seguenti motivi:
- Il comune è stato dichiarato ZONA SISMICAMENTE A RISCHIO
- Il sito è adiacente al FIUME CAVONE, AL MAR JONIO ed ha FALDE ACQUIFERE SUPERFICIALI
- Il sito è vicino a MOLTI INSEDIAMENTI URBANI E A COMPLESSI TURISTICI DI RILIEVO
- La zona del sito è interessata da un notevole fenomeno di EROSIONE FLUVIALE E SUBMARINAED è SOGGETTA AD ALLUVIONI
- Il sito si trova a pochi metri da ESTRAZIONI DI GAS DAL SOTTOSUOLO

MI DDOMANDO:SE I CITTADINI NON SI RIBBELLAVANO COSA SAREBBE SUCCESSO?

’’Con il sito di profondita’ - l’Italia voleva fare per decreto legge quello che gli Stati Uniti (che hanno 103 reattori nucleari) hanno deciso di fare nel Nevada dopo 15 anni di analisi e dopo studi costati oltre un miliardo di dollari, quello che in Francia (58 centrali) non hanno ancora definitivamente stabilito di fare.«alla Conferenza internazionale che si è svolta a Stoccolma (Stockholm International Conference on Geological Respositories: Political and Technical Progress), nella quale, sotto l’egida dell’Iaea (International Atomic Energy Agency), sono state approfondite le problematiche tecniche e politiche dei siti geologici per il posizionamento di rifiuti radioattivi»,molto interesse a suscitato un documento sulla vicenda di Scanzano Jonico.Dalla discussione è emerso chiaramente che un deposito geologico non serve all’Italia, che ha pochissimi rifiuti di terza categoria, (a MENO CHE QUALCUNO NON VOGLIA CONVOGLIARE IN ITALIA RIFIUTI DA ALTRI PAESI EUROPEI… OPPURE…. CHE NON CI SI APPRESTI A RIAPRIRE LE CENTRALI ABROGATE CON UN REFERENDUM?PERCHè LA MILITARIZZAZIONE DELL’AREA?FORSE SI VUOL TAPPARE LA BOCCA A TUTTI E FAR ENTRARE NEL DEPOSITO CIò CHE SI VUOLE- SOTTO LA SIGLA TOP-SECRET?) e per i quali la comunità scientifica è certa che prima o poi verrà individuata una soluzione internazionale.

L’affaire scorie nucleari si arricchisce di nuovi elementi. Soprattutto uno: il conflitto di interessi di Togni, capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente, ma anche vicepresidente della Sogin, la societa’ pubblica incaricata della gestione delle scorie nucleari. Togni e’ il vice di Carlo Jean nella direzione della sogin, il generale dotato per decreto di poteri speciali dal primo ministro affinche’ trovi una equa soluzione tra imprese e militari per il caso rifiuti radioattivi. Poteri degni dello stato di guerra, come abbiamo gia’ spiegato lo scorso 20 maggio. Il generale infatti, su propria insindacabile decisione, puo’ derogare a ben 21 tra leggi, decreti ministeriali, circolari e contratti di lavoro. Ovvero, Jean e’ libero di violare norme di tutela dell’ambiente, di controllo delle acque, di licenze edilizie e di trasporto su strada, in mare e in ferrovia dei rifiuti pericolosi. E Togni dirige gli affari della Sogin anche fuori dalla societa’, visto che questa e’ sottoposta al controllo dell’Apat (agenzia di protezione dell’ambiente) che fa capo appunto al ministro dell’Ambiente Altero Matteoli di cui lui e’ capo di gabinetto. Qualche grave fatto. Togni, come ricorda il senatore del Prc Tommaso Sodano che ne ha chiesto la rimozione dall’incarico al ministro Matteoli, poco prima della sua nomina ministeriale risultava essere presidente della filiale italiana della Waste Management, uno dei tre colossi mondiali del settore dello smaltimento dei rifiuti e della produzione di energia. In passato la multinazionale statunitense e’ stata coinvolta in inchieste giudiziarie e amministrative tanto da essere oggetto di interrogazioni parlamentari ed e’ finita sotto il controllo della Security and Exchange Commission (l’ente di controllo della borsa Usa) sospettata di aver falsificato i bilanci. La Waste si e’ anche interessata all’acquisto della societa’ Daneco, con interessi diretti sull’Isola d’Elba e guarda caso il ministero dell’Ambiente ha piu’ volte convocato i sindaci dell’isola per proporre loro l’acquisto dell’impianto di smaltimento di rifiuti e di affidare la gestione trentennale dello stesso alla multinazionale…insomma in intreccio in districabile di interessi poco limpidi fuori da ogni trasparenza. Quando si tratta di ipotecare territori e diritti come quelli alla vita e all’ambiente, per secoli e secoli, va rispettata una procedura democratica, va costruito un dibattito trasparente e va individuata un’autorità scientifica indipendente. Tutto ciò non avviene….per questo deposito geologico nazionale. RICORDO CHE LA SOGIN DEFINIVA SICURE LE CENTRALI QUANDO LE HA COSTRUITE....COME MAI ORA NON LO SONO PIù????E COME MAI SI DANNO GLI APPALTI DINUOVO ALLA STESSA??

DIMENTICAVO: Caorso, Trino e Saluggia hanno perfettamente ragione quando dicono che non possono diventare i depositi di loro stessi.ricordiamo che queste centrali si trovano quasi sul pò(a rischio alluvioni)però è anche vero che non è togliendo di li e portando le scorie in un altro posto simile o peggiore che si risolve il problema.

www.noalnucleare.com

    > NUCLEARE...Fra i "custodi" Sogin, Enea e Fiat Avio - La mappa delle scorie italiane
    6 giugno 2004, di : massimo |||||| Sito Web: progetto humus

    Segnalo il sito www.progettohumus.it il maggiore portale italiano su Chernobyl e sul nucleare.Il database più aggiornato contenente le mappe e le vie della contaminazione in Italia e nel mondo. Una fonte ricchissima di documentazione (nazionale e mondiale) a portata di mano ed uno dei più importanti interventi di cooperazione internazionale a favore delle vittime di fall out radioattivo. http://www.progettohumus.it