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MARC CHAGALL. Una retrospettiva 1908‐1985 a cura di Claudia Zevi

La mostra è in corso a Palazzo Reale di Milano e sarà visitabile fino al 1 Febbraio 2015

di Orazio Leotta - mercoledì 5 novembre 2014 - 8200 letture

La mostra su Marc Chagall è un viaggio a tappe nella storia, che accompagna il visitatore a percepire la molteplice identità, poetica e artistica, della cultura europea: per questo la retrospettiva dedicata a Chagall è uno degli appuntamenti più importanti di ‘Milano Cuore d’Europa’, il palinsesto che sta animando la vita culturale milanese di questo autunno, dedicato all’Europa e alla centralità del ruolo che Milano ha sempre avuto nella costruzione dello spirito unitario europeo. Il_compleanno

Con opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, tra le quali molti capolavori, questa mostra ripercorre una mappa non solo geografica, ma soprattutto artistica e spirituale complessa e caleidoscopica, che sta a fondamento dell’originale ‘profilo apolide’ dell’artista. La mostra visitabile già dal 17 settembre a Palazzo Reale di Milano è la più grande retrospettiva degli ultimi 50 anni mai dedicata in Italia a Marc Chagall, con oltre 220 opere – prevalentemente dipinti, a partire dal 1908, data in cui Chagall realizzò le sue prime opere dal grande Nudo rosso del 1909, fino alle ultime, monumentali opere degli anni ‘80 – che conducono il visitatore lungo tutto il percorso artistico di Marc Chagall, accostando, spesso per la prima volta, opere ancora nelle collezioni degli eredi, e talvolta inedite, a capolavori provenienti dai maggiori musei del mondo, quali il MoMa, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di S. Pietroburgo, il Centre Pompidou, oltre a 50 collezioni pubbliche e private che hanno generosamente collaborato. Io_e_il_mio_paese

La mostra è articolata in sezioni, partendo dalle opere degli esordi realizzate in Russia, il primo soggiorno francese, il successivo rientro in Russia fino al 1921; con l’autobiografia scritta da Chagall al momento del suo definitivo abbandono della Russia, si aprirà il secondo periodo del suo esilio, prima in Francia e poi, negli anni ’40 a causa del nazismo, in America dove vivrà anche la tragedia della morte dell’amatissima moglie Bella; con il rientro in Francia e la scelta definitiva di stabilirsi in Costa Azzurra Chagall ritroverà il suo linguaggio poetico più disteso, rasserenato dai colori e dall’atmosfera del Midi (1950-85 “Una Patria Ritrovata”). Originale la sua lingua poetica, che nasce dall’assimilazione delle tre culture cui appartiene: la cultura ebraica (dalla cui tradizione visiva dei manoscritti ornati egli trae gli elementi espressivi, non prospettici a volte mistici della sua opera); la cultura russa (cui attinge sia attraverso le immagini popolari dei luboki che attraverso quelle religiose delle icone); la cultura occidentale (in cui assimila grandi pittori della tradizione, da Rembrandt come gli artisti delle avanguardie che frequenta con assiduità). La_passeggiata

Insieme a tutto questo è possibile percepire anche il suo senso della meraviglia di fronte alla natura, di stupore di fronte alle creature viventi che lo colloca più vicino alle fonti medievali che a quelle novecentesche. I fiori e gli animali, presenza costante nei suoi dipinti, gli consentono da una parte di superare l’interdizione ebraica della raffigurazione umana, mentre dall’altra, come nell’antica cultura medievale russa, essi divengono le metafore di un universo possibile in cui tutti gli esseri viventi possono vivere pacificati.

Abbiamo scelto per voi di soffermarci su alcune delle opere esposte: - “Io e il mio paese” (1912, di proprietà del Moma). Esso fu eseguito a Parigi. Il profilo verde dell’uomo, probabilmente un autoritratto, e i colori vivaci ricordano il post-impressionista Robert Delaunay mentre le forme geometrizzate sono influenzate dal cubismo. Compaiono qui alcuni dei temi che saranno fondamentali nella poetica di Chagall che dialogano secondo un principio di associazione di idee e non di realtà. – “ Il Compleanno” (1915): in questo capolavoro celeberrimo proveniente dal Moma, Chagall riesce ad esprimere con particolare felicità di tratto e intuito la sensazione della leggerezza dell’essere, quella voglia di volare e di sfidare la forza di gravità che sono uno degli aspetti caratteristici dell’esaltazione gioiosa della passione europea. Mentre i due amanti si innalzano, come in un sogno, al di sopra della camera che è satura del loro sentimento, l’artista non trascura di descrivere con cura meticolosa gli arredi della stanza e il disegno delle tappezzerie. Un esempio questo del modo peculiare di Chagall di raccontare le proprie esperienze attraverso immagini oniriche inserite in contesti reali. – “La passeggiata” (1917-18): ove la bellezza del tratto associato ai limpidi colori e l’ingenuità naturale della scena si trasformano in una potente metafora del desiderio di ascesa verso il cielo e di fusione con le forze cosmiche tipico della pienezza amorosa. La rubrica “Il quadro della settimana” prenderà in esame il dipinto “La caduta dell’angelo”.


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