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Lettera dell’On. Marika Cirone Di Marco su SAI8 e Acqua Pubblica in provincia di Siracusa

Dall’autunno del 2013, la questione assai controversa della gestione del servizio idrico da parte dei 10 comuni (Siracusa, Augusta, Lentini, Priolo, Floridia, Solarino, Noto, Buccheri, Pachino, Portopalo) coinvolti nel fallimento della società Sai 8, ha ricevuto attenzione da parte della Regione.

di Giuseppe Castiglia - lunedì 19 maggio 2014 - 2633 letture

Ne è stato testimone l’impegno puntuale e moralizzatore del Commissario Buceti, cui si devono la meritoria denuncia di gravi irregolarità amministrative e inadempienze della società, ora al vaglio dell’autorità giudiziaria e il lungo reiterato tentativo di trovare una soluzione condivisa con i Sindaci per evitare pesanti ricadute sui cittadini, mentre la curatela fallimentare individuata metteva mano alla condizione emergenziale dei conti economici.

Da questo contesto difficile nascono la richiesta d’incontro alla deputazione regionale da parte dei 10 Sindaci e la loro legittima rivendicazione di essere equiparati agli altri undici comuni del Siracusano che si erano rifiutati di consegnare gli impianti alla società privata, preferendo la gestione diretta. Se questi ultimi avevano ricevuto una legittimazione dalla L.R. 2/2013, che fissa la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico integrato in Sicilia, i 10 Comuni chiedevano il medesimo trattamento per essere posti al riparo dalle conseguenze del fallimento di Sai 8.

La richiesta motivata dei Comuni è stata trasformata nel DdL Vinciullo-Di Marco, elaborato con la collaborazione degli stessi Amministratori.

Da lì ha preso corso un iter complesso, conclusosi in tempi ragionevoli, che ha condotto all’approvazione unanime da parte dell’Aula e successivamente al vaglio positivo del Commissario dello Stato, del DdL 693/a"Disposizioni urgenti per il servizio idrico integrato.

Pur nei suoi inevitabili limiti, la legge da indicazioni operative. Riporta la gestione ai Comuni, pone i 21 comuni del Libero Consorzio di Siracusa tutti sullo stesso piano e tutti nella condizione di assicurare ai 400 mila abitanti del nostro territorio la gestione pubblica.

Questo dato dovrebbe far riflettere di più e meglio.

I decisori politici e istituzionali, le imprese locali, le stesse organizzazioni dei lavoratori, a tre anni dall’esito del referendum sull’acqua pubblica, hanno l’occasione di rispettare la volontà’ popolare di 26 milioni di cittadini e di liberarne la gestione da un affarismo senza scrupoli, che non ha prodotto gli investimenti auspicati, ha appesantito tariffe, si è asservito agli interessi clientelari, ha provocato un buco di gestione dai contorni opachi.

Se questo è il quadro, pur nel rispetto dell’autonomia dei Comuni, che è caposaldo della legge, va rilevato che risultano poco giustificabili all’occhio dell’opinione pubblica dichiarazioni di amministratori (Augusta, Siracusa ) che si trincerano dietro i tempi ristretti fissati dalla curatela per la riconsegna, quando altri (Buccheri, Floridia, Noto, Solarino) si adoperano con solerzia per essere pronti entro la fine di Maggio.

Tagliare con il passato, rifuggendo la gestione privatistica, è il primum vivere delle nostre comunità. Paradossalmente, se ciò non accadesse, si farebbe rientrare dalla finestra ciò che è appena uscito dalla porta e si rischierebbe di restare impantanati in una indegna rissa sull’acqua, ai danni dei cittadini.

Siracusa, 19 maggio 2014

On. Marika Cirone Di Marco


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