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Le diverse interpretazioni sulla figura di Socrate: il filosofo si esercita a morire

Al Monastero dei Benedettini Pippo Pattavina,Lucia Sardo e Giampaolo Romania fanno rivivere i momenti salienti della vita del filosofo ateniese

di Valerio Contarino - mercoledì 26 aprile 2006 - 10316 letture

Socrate è uno dei personaggi del pensiero occidentale sicuramente più singolari e problematici: infatti è nodale nello studio del grande filosofo ateniese il problema delle fonti.

Ed è proprio questo problema che è stato al centro dell’incontro tenutosi sabato 22 aprile presso il Monastero dei Benedettini dal titolo: "Socrate: sapere, virtù e ... nuvole- da Platone e Aristofane a...Vincenzo Cerami".

Incontro molto originale proprio per il fatto che oltre agli interventi della Prof. Maria Barbanti(docente di Storia della filosofia antica presso l’Università di Catania), e del Prof. Ezio Donato, in cui hanno rispettivamente trattato le varie fonti filosofiche di Platone e quelle della commedia le "Nuvole" di Aristofane,Pippo Pattavina(Socrate) Lucia Sardo(Santippe) e Giampaolo Romania(Critone e Strepsiade), hanno fatto rivivere gli avvenimenti fondamentali della vita di Socrate descritti dalle già citate fonti.

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Pippo Pattavina

Sono state infatti rievocate le pagine del "Fedone", del "Critone" e dell’"Apologia di Socrate", delle "Nuvole" di Aristofane e del "Socrate" del regista Vincenzo Cerami.

Antitetiche le immagini che ci sono state tramandate dal filosofo Platone e dal commediografo greco Aristofane:

infatti, Platone ,che costituisce la fonte più importante per l’ampiezza del materiale,pone Socrate,suo maestro,come il personaggio principale della maggior parte dei suoi scritti, in molti dei quali egli riproduce il caratteristico stile delle sue conversazioni e le sue tesi filosofiche.Tesi che ovvimente non possono essere tutte attribuite al maestro, dal momento che dalle opere della maturità Platone mette in bocca Socrate dottrine filosofiche , quali appunto quella delle Idee, che sono proprie del discepolo. Platone

Tuttavia ciò che si evince, è la figura di un Socrate maestro di virtù e saggezza, contrapposto ai tanto "criticati" sofisti;

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Aristofane

Aristofane ci parla di Socrate nella sua commedia "Le Nuvole" raprresentata nel 423 a.C., cioè all’epoca della piena maturità intellettuale di Socrate.Le notizie che si possono ricavare da questo testo sono peraltro assai sconcertanti, e collimano solo in parte con quanto sappiamo d aaltre fonti: infatti Socrate vi viene raffigurato secondo il modell odei peggiori sofisti , intento a trasmettere ai discepoli una sapienza puramente verbale , utile a prevalere solo nelle discussioni; inoltre a lui vengono attribuiti interessi naturalistici di poco rilievo.

Al centro dell’originalissimo incontro è stata la riflessione sull’anima e sulla morte espressa da Socrate nelle sue ultime ore di vita nel Fedone di Platone.

Una morte, quella di Socrate, che allo stesso tempo rappresenta la nascita della metafisica occidentale, che afferma la necessità di una realtà ulteriore.

Il Fedone inaugura il modello di filosofoche non si lascia travolgere dall’angoscia di fronte alla morte, ma ritrova il farmacon nella metafisica, nella rotazione dello sguardo che detrmina una diversa scansione del visibile e dell’invisibile.

Se Socrate infatti ritiene che il filosofo durante la vita si esercita a morire, la mogli Santippe rappresenta un’altra concezione, antitetica a quella del marito: infatti ella evoca quell’istanza delle passioni, che rappresentano un’altra razionalità che fa appello alla singolarità della vita di Socratee ad un’ intimità familiare irripetibile. Una Santippe dunque che oppone alla freddezza del tempo della morte il tempo empirico degli effetti.

Davanti la morte Socrate si pone tranquillammente: durante la sua vita si è esercitato a morire, consapevole che l’anima sopravviva alla materialità del corpo.


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