La siccità e le stanze dello scirocco

La maggioranza che sostiene Schifani in quale stanza dello scirocco si è rintanata per proteggersi dal caldo? Anche l’opposizione ha trovato qualche stanza per non liquefarsi...

di Luigi Boggio - martedì 23 luglio 2024 - 804 letture

Una Sicilia assetata a causa delle scarse piogge e dell’aumento delle temperature. I campi bruciano, gli alberi perdono foglie e frutti, gli animali soffrono la sete e il nutrimento dei pascoli. Dai rubinetti di casa di molte famiglie non viene fuori nemmeno una goccia di acqua. Si è dentro ad una tempesta perfetta con l’Etna con i suoi continui bagliori e lanci di sabbia nera. Come non servono le processioni, nemmeno gli sciamani con i rabdomanti.

Serve però una svolta radicale nel governo delle acque in grado di affrontare le questioni gestionali, la cura delle reti e dei bacini con un occhio particolare alla cura delle falde sotterranee, che siano sorgenti o pozzi. Perché le acque delle sorgenti non sono soggette all’evaporazione ed anche per la qualità rispetto ai bacini.

A questo punto si pone una domanda: ma questo ceto politico che governa la regione è in grado di produrre una simile svolta? Non credo per come stanno gestendo la crisi idrica e non solo. Mi domando anche la maggioranza che sostiene Schifani in quale stanza dello scirocco si è rintanata per proteggersi dal caldo? Anche l’opposizione ha trovato qualche stanza per non liquefarsi. Le stanze dello scirocco per combattere il caldo e lo scirocco con degli ospiti lontani da chi soffre e non vede soluzioni.

Le acque del Biviere fanno nuovamente parlare, mesi or sono per le pompe di sollevamento, oggi per la rottura di una condotta con il risultato che le acque non vengono utilizzate. Sono ferme e stagnanti al sole avvolte da una sottile nube gassosa. Anche su questo le amministrazioni del triangolo Lentini Carlentini Francofonte potrebbero battere un colpo per farsi sentire e dire la loro. Non è che non sanno, sanno ma sono impegnati per altre cose. Così anche le forze sociali e politiche che navigano per altri lidi.

Ritengo che sia venuto il tempo di svegliarsi e di agire in modo corale perché su questo tema interessa e riguarda un pezzo notevole dell’economia siciliana e la condizione vitale della popolazione, cioè di ognuno di noi. Senz’acqua si va verso la desertificazione e non si vive.


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