La Catena di San Libero, 11 ottobre 2004 n. 252

Beh, poteva andar peggio. A quelli di Indymedia, voglio dire: hanno scritto della cose veramente antipatiche su Bush per cui quello ha mandato l’Fbi in Inghilterra a sequestrargli il sito (dopo un po’, quando la gente ha cominciato a chiedersi che cavolo ci facesse l’Fbi in Inghilterra, e’ spuntata una chiamata al 113 fatta dalla Nestle’ e dal signor B.)...

di Riccardo Orioles - lunedì 11 ottobre 2004 - 3847 letture

Beh, poteva andar peggio. A quelli di Indymedia, voglio dire: hanno scritto della cose veramente antipatiche su Bush per cui quello ha mandato l’Fbi in Inghilterra a sequestrargli il sito (dopo un po’, quando la gente ha cominciato a chiedersi che cavolo ci facesse l’Fbi in Inghilterra, e’ spuntata una chiamata al 113 fatta dalla Nestle’ e dal signor B.). Cmq, tutto ok: di questi tempi, parlar male di Bush e’ piu’ o meno come scrivere un libro di scoop su Maometto e chiedere la prefazione all’ayatollah Khomeini, gente che s’incazza facilmente. "Professa il giornalismo" hanno detto di un un giornalista i terroristi col turbante, per i quali evidentemente tutto e’ religione. Quelli senza turbante sono altrettanto sbrigativi, prima lasciano partire il proiettile (sulla redazione di Al Jazeera, sull’hotel dei giornalisti europei a Bagdad) e poi allargano le braccia: "Toh: m’e’ scappato un colpo mentre pulivo il cannone". Insomma, poteva benissimo capitare che un carro armato dei marines, per le vie di Londra, lasciasse accidentalmente partire una cannonata verso la sede di Indymedia. Questo non e’ avvenuto, ed ecco uno dei vantaggi della civilta’. Poteva anche capitare un’altra cosa, che - non volendo sprecare una cannonata - gli incaricati del silenziamento si limitassero a spedire una lettera circolare cosi’ concepita: "A tutti i Gruppi Terroristici Islamici e non, Loro Sedi - Si comunica alle Signorie Loro che i segg. giornalisti (seguono nomi) sono in realta’ delle spie occidentali et imperialiste at nostro servizio stop Pregasi pertanto prendere oppurtuni provvedimenti stop Distinti saluti stop". Questo metodo e’ altrettanto efficace e comporta solo la spesa del francobollo: dicono che sia stato adoperato, con successo, di recente. L’unico suo limite e’ che non e’ spettacolare. Lo e’ invece il metodo usato appena un mese fa - ma sui giornali e’ uscito solo un trafiletto, e solo una volta - per silenziare il reporter di Al Arabya che, nel corso di un intervento di pace su una folla incazzata, si ostinava a riprendere gli elicotteri che bombardavano la folla. La telecamera ha trasmesso un campo lungo della folla, poi un altro campo lungo di cielo con elicotteri, poi zoom su un elicottero in particolare, poi quell’elicottero ha virato verso la camera presentandole il muso coi cannoni - bellissima inquadratura - poi l’elicottero ha cominciato ad avvicinarsi - dai, dai, gira! - poi s’e’ visto il lampo e il missile che partiva. Infine le macchie di sangue sul vetro della telecamera e dello schermo - il sangue del giornalista non-embedded centrato dalla missilata. Ecco: e’ molto piu’ elegante cosi’, piuttosto che sequestrarlo, legarlo, farlo inginocchiare con la bandiera sullo sfondo e tagliargli la testa. Il risultato pero’ e’ lo stesso, e cioe’ un testimone in meno in grado di riferire.


Caro Presidente... "Caro Presidente degli Stati Uniti d’America, nonostante Lei guidi il paese del "Primo emendamento", quello che proclama che tutti sono liberi di parlare, e’ da un pezzo che abbiamo notato che Lei ha qualche problema con la Democrazia. Adesso alcuni dei Suoi agenti hanno fatto irruzione a Londra e hanno portato via gli hard disk di Indymedia. Siamo sicuri che Lei, e molti altri cittadini, si rende conto che Indymedia e’ il percorso del ventunesimo secolo al Primo emendamento. Cosi’ cos’e’ successo quel pomeriggio? Era una cosa americana o fascista? Ci domandiamo:
- Pensa davvero che chiudere la stampa libera e i media indipendenti migliorera’ la Democrazia nel Suo paese?
- Poiche’ la Sua rapina ha coinvolto diversi media indipendenti da molti paesi, pensa pensa davvero che Lei possa decidere da solo cosa e’ bene che la gente legga in Italia, Austria, Belgio, Francia, ecc.?
- Micheal Moore verra’ ucciso la prossima settimana? Signor Bush, vede, c’e’ urgenza di legalita’ e liberta’ in tutto il mondo. Ci dispiace, ma pensiamo che Lei non e’ cosi’ bravo in questo quanto possono esserlo i ragazzi a cui ha rubato i computer. Restituisca gli hard disk subito e si goda la pensione al piu’ presto possibile". (FreakNet)


Liberatori 1. "Abbiamo decapitato l’ostaggio inglese, solo perche’ era inglese, dopo averlo umiliato e fatto soffrire per settimane. Un infedele di meno. Viva Allah!".


Liberatori 2. "Loro dicono che era una festa di nozze, noi invece siamo convinti che erano terroristi riuniti. Undici morti bombardati. Viva la liberta’!".


Teatro. "Santa Giovanna Dei Macelli" di Bertolt Brecht in scena a Milano, stavolta non al Piccolo ma a Palazzo di giustizia. La trama e’ quella di sempre: una serie di speculazioni finanziarie sulla pelle dei piccoli risparmiatori (il "parco buoi") sfugge al controllo di Mauler e soci, la folla in tumulto minaccia rivoluzioni, ma alla fine tutto torna a posto (tranne i soldi) e l’ordine regna di nuovo a Chicago. Neve, disoccupati, arringhe, pensionati in miseria, poliziotti. Memorabile interpretazione di Tino Buazzelli nel monologo di Tanzi ("Meditate gente, meditate"), buono il Coro dei Giornalisti Economici ("Orsu’/ anche tu/ investi su") alla fine del terzo atto, ottimo il Lamento dei Buoi ("Muuu... Beeee... Ahime’"), peccato per l’assenza della Boccassini (sarebbe stata un’ottima Santa Giovanna), allestimento in complesso non originale (meglio Strehler e Borrelli) ma sufficiente. Alla fine Bondi accusa direttamente la Banca d’America, interpretata da un mefistofelico Adolfo Celi.


Lega amore e fantasia. L’idea dei leghisti di vendere il Colosseo per ripianare i debiti dello stato e’ semplicemente meravigliosa e io, con l’amico De Curtis, mi associo di tutto cuore. Meravigliosa anche la reazione del federale di Roma, Storace, che prima s’e’ incazzato e poi, a mezza voce: "mmm... in caso ce lo potremmo anche comprare noi...". Allora: Toto’ e Peppino, che parlano rispettivamente in veneto e in milanese, sono davanti al Colosseo con l’aria affaccendata. Arriva il turista americano, che parla in romanesco ed e’ Storace: "Chede’, davvero ve state a venne ’sto coso?". "Si, sior! Ostia! Certo che lo vendemo! Solo cento zecchin!". E segue tutto il resto. (Poi voglio anche Toto’ e Peppino in piazza san Pietro: "Escuse’ mua’, mussier, s’e’ kwesta kwa’ la catedral?". Pero’ con l’accento bergamasco).


Macchina del tempo. Gli americani lasciarono l’Iraq (ma era nell’aria da tempo: il ministro della difesa non faceva che ripeterlo da mesi) il tredici novembre 2004, pochi giorni dopo le loro elezioni. Gli inglesi se ne andarono mezz’ora dopo. Polacchi, australiani, samoani, ucraini, catalani, transilvani, padani e tutto il resto se n’erano gia’ andati tutti alla chetichella, chi prima e chi dopo. Gli unici a restare (discutendo animatamente) furono gl’italiani - non riuscivano a mettersi d’accordo Prodi e Rutelli.


Elezioni 1. Milazzo (Messina). Anche qui a Milazzo, ridente cittadina sul Tirreno, i cittadini si preparano alle elezioni che il prossimo 4 novembre decideranno l’avvenire di questa piccola comunita’ siciliana per i prossimi quattro anni. "Speriamo che ingrandiscano il lungomare e ci mettano i lampioni nuovi". "No, e’ meglio spendere i soldi per un bel concerto in piazza per la festa del patrono". "Bisognerebbe fare una grande campagna per disinquinare il Tirreno". "No, meglio invadere la Tunisia". Chi vincera’? Come tutti gli altri abitanti del pianeta, anche i milazzesi attendono il responso dalle elezioni di New Rome D.C., dove il nuovo imperatore decidera’ anche sulla faccenda del lungomare di Milazzo e del Tirreno. (dal corrispondente)


Elezioni 2. Il partito repubblicano del Michigan ha chiesto ufficialmente l’arresto del regista Michael Moore, reo di aver offerto mutande ("Moore ti regala un paio di mutande se vai a votare contro chi ti mette in mutande") a chiunque si recasse a votare alle prossime presidenziali. Il successo dell’iniziativa, con oltre centomila giovani corsi a registrarsi per esercitare il loro diritto di voto, non e’ piaciuto ai repubblicani, che chiedono la sua incriminazione per corruzione degli studenti per farli votare". (by viviana)


Elezioni 3. Marrazzo, per me, e’ sempre il vecchio "Joe" Marrazzo, grandissimo giornalista antimafioso - collaborava coi Siciliani - e uno degli uomini piu’ coraggiosi e ironici mai visti (quanto a reggere l’alcool, era almeno al mio livello, e questo non e’ un complimento da poco). Suo figlio, poverino, ha scelto una strada piu’ tranquilla - immagino sia anche astemio - e questo naturalmente e’ un suo diritto. Non capisco pero’ perche’ io debba avere l’obbligo di votarlo (nel Lazio, o lui o Storace) e soprattutto chi ha dato ai boss del centrosinistra il diritto d’impormelo per candidato. A Milano, a scegliere i candidati del centrosinistra (di cui non scrivo i nomi per non mandare in palla il computer) c’e’ l’ex direttore del Corriere De Bortoli, quello che pubblico’ il pamphlet antisemita della Fallaci. Le provinciali, li’, le ha vinte un communista puro e duro di Sesto San Giovanni, ma i candidati alle regionali vengono scelti tutti fra i miliardari. Nelle altre regioni, i criteri non sono molto migliori. E, in ogni caso, non sono mai democratici: i candidati della sinistra vengono scelti autoritariamente, oligarchicamente, al chiuso e prescindendo completamente dalle eventuali opinioni della base. Domanda: perche’ il centrosinistra non riesce ad essere - almeno ogni tanto e almeno un poco - democratico? Forza Italia non e’ democratica perche’ e’ di proprieta’ di un padrone. Alleanza Nazionale sconta il passato fascista, non-democratico per definizione. Ma a sinistra? Noi ci siamo sempre riempiti la bocca con l’uguaglianza e la democrazzi’a. E poi imponiamo fascisticamente, stalinisticamente, berluschianamente i Marrazzo, i Latteri e i Cecchi Gori.


L’utile e il necessario. Dice Woytila che il communismo e’ stato un male necessario. Io e il sig. Marx invece avremmo preferito che fosse un bene utile. Fra tutt’e due stiamo cercando di capire com’e’ potuta andare cosi’.


Kultur. L’Associazione Culturale Roma organizza qualcosa di culturale. Sui manifesti c’e’ scritto: "in collaBBorazione" con Rai, ecc..


Produttivita’. Tre estrazioni del superenalotto la settimana, invece di due. Tutti gli scommettitori invitati a produrre di piu’ per contribuire al salvataggio dell’economia nazionale.


Laziali su Marte. Accordo fra la Regione Lazio e l’Unione Sovietica. In un comunicato congiunto i responsabili dei progetti missilistici dei due Paesi hanno annunciato il lancio, nella prossima primavera, di una capsula spaziale con a bordo un astronauta russo ed uno viterbese. La Storax (il nome della stazione spaziale) orbitera’ per un anno e mezzo a trentamila spanne d’altezza, avra’ una capacita’ di carico di milleduecento fojette e sviluppera’ una potenza superiore alle cinquemila pecore/vapore.


Non e’ vero ma ci credo. "Chiedetelo a Berlusconi!" ha detto Bush in tv al dibattito per le elezioni. Appena pronunciato il fatale cognome lo schermo s’e’ oscurato, il ciclone Ivan ha fatto marcia indietro, la Casa Bianca ha tremato, in tutti i Mc Donald d’America e’ andata via la corrente, e Kerry ha preso il 97 per cento dei voti. Tony Blair (che da allora non pronuncia piu’ il nome del collega italiano) ha ammesso di avere avuto i primi sintomi dei suoi problemi cardiovascolari ad agosto in Sardegna, nella villa di Berlusconi. E l’Etna, da quando il signor B. prese tutti quei voti in Sicilia, ha avuto almeno tre eruzioni. E adesso scusatemi, ma non riesco piu’ a scrivere con una mano sola.


Occidente. Dopo Putin (Kgb) anche Gheddafi (terrorismo islamico) e’ diventato un grande amico e modello del signor B. "Leader della liberta’", per la precisione. Chissa’ che cosa lo attira tanto nei dittatori.


Cuba. Il fantasma dell’ex leader rivoluzionario cubano Fidel Castro ha proibito una manifestazione di familiari dei dissidenti incarcerati. "E’ arrivata la polizia e ci ha fatto sgomberare. Mio marito e’ malato, chiedevo solo che lo spostassero dal carcere all’ospedale".


Afganistan. Alle elezioni, proteste dell’opposizione: "Le matite non sono indelebili, i voti si possono falsificare, qua a momenti pare di essere in Florida".


Prede. "Per contrastare l’immigrazione clandestina" stanno arrivando quattro aerei senza pilota per vigilanza e controllo. L’ha annunciato il comandante in capo dell’aviazione "a margine di una cerimonia", immagino appena finito l’inno di Mameli. Come si chiameranno gli aerei? "Predator", ovviamente.


Una giornata particolare. "Caro R., sono Toto’ del Laboratorio Zeta di Palermo, ricevo ormai de tre anni la catena e ti seguo dai tempi dei Siciliani. Questo e’ il resoconto della giornata dei rimpatri illegali da Lampedusa verso la Libia, il 6 ottobre. Alcuni di noi erano li’, hanno visto, hanno filmato, hanno fotografato, hanno parlato, hanno gridato. Ma le televisioni e la stampa di qualsiasi colore hanno totalmente ignorato questi fatti".

* * *

Siamo in cinque della rete antirazzista siciliana insieme a Lillo Micciche’, deputato regionale dei Verdi. Arriviamo alle nove del mattino a Lampedusa. Jeep, polizia, carabinieri. Dalle vetrate dell’aeroporto si vede un pezzo del cortile del campo dove sono trattenuti i migranti. Il sole e’ a picco, fa un caldo estivo. Li vediamo li’ fuori nel cortile ammassati sotto l’unico filo d’ombra disponibile, attaccati ai muri. Alle 12 e 20 atterra un cargo militare. Ci sono tre gruppi di uomini, per ognuno circa 50 persone. Quelli del gruppo piu’ vicino al cancello vengono fatti mettere in fila contro il muro. Vengono caricati direttamente sull’aereo, c’e’ una distanza di soli 40 metri. Ma il trasporto degli uomini dal cancello del campo all’aereo ha tutte le modalita’ di una deportazione. In fila per due, scortati da uomini in borghese con guanti e mascherine e da carabinieri e soldati in mimetica, i polsi legati da corde di plastica, trascinati quasi di corsa a gruppi di venti. Micciche’ inizia a urlare. Grida che questo e’ un crimine, che si stanno violando tutte le leggi nazionali ed internazionali, cerca di forzare il cordone dei carabinieri per arrivare sulla pista. Ovviamente viene spintonato e buttato a terra. Scriviamo su un cartello Hurria, liberta’ in arabo. Ci intimano di metterlo via, non si puo’ comunicare con i deportati. Le nostre voci sono coperte dal rombo dei motori degli aerei, i deportati non possono sentirci anche se ci vedono attraverso i vetri. Non possiamo far niente. Ne hanno portati via circa 400, piu’ o meno 100 per aereo. Nessuno dice per dove. Alle 15 sono partiti tutti. Il centro ora e’ quasi tornato alla normalita’: "solo" 200 ospiti. A un bar incontriamo due poliziotti che si fermano a parlare. Sono stanchi, ci dicono: ne hanno stivati da 65 a 70 per cargo. Ieri pomeriggio uno ha tentato di impiccarsi e loro gli hanno salvato la vita. Non capiscono il perche’ di questo gesto. Ma perche’ le manette, per quei 40 metri? Rispondono che basta guardarli in faccia, questi clandestini, per capire che sono pericolosi e non hanno rispetto di niente. Nel pomeriggio entrano al Centro Lillo Micciche’, e Ilaria come interprete di arabo e inglese. Li accoglie un odore acre d’immondizia, circa trenta sacchi celesti accatastati tra il cancello e uno dei container-dormitorio. Sono scortati da carabinieri in tenuta antisommossa leggera, in tuta anfibi e manganelli, da poliziotti, da qualcuno in borghese, e dall’interprete di lingua araba del Campo. Vengono presentati a tale signor Scalia, direttore del Campo per la Misericordia di Palermo. Indossa una maglietta rosanero del Palermo "Voliamo in serie A". Rivoli di liquame scorrono tra gli spazi che circondano i dormitori, la mensa e i servizi igienici. Il signor Scalia dice che e’ solo acqua e che hanno fatto spurgare i pozzi sei volte al giorno. 1200 ospiti fino a lunedi’, nei container, nella mensa, nei cortili a cielo aperto. Sull’altro corridoio di asfalto ci sono i servizi igienici. La porta deve restare aperta. Gente che piscia all’interno, alla vista di tutti. Nei dormitori, 20 metri ciascuno con file di letti a castello, ci sono giacigli di gommapiuma gialla, a volte senza niente sopra, a volte con piccole coperte di lana. Incontrano per primi tre africani. L’onorevole si presenta, comunica ai tre uomini perche’ si trova li’. Loro si sciolgono in un sorriso nervoso. Iniziano a rispondere alle domande. Si parla in inglese. Sono nigeriani e stanno male. Non si sono potuti lavare, sono arrivati malati. Sono spaventati. Con loro, il 3 ottobre, erano arrivati anche due bambini col padre, ma lunedi’ li hanno portati via, non sanno dove. Gli e’ stata comunicata la possibilita’ di chiedere asilo politico? Rispondono di no. C’e’ un gruppo di 15 uomini che parlano in arabo. Vengono dalla Tunisia, dal Marocco, uno di 70 anni dalla Palestina. C’e’ l’interprete arabo del campo. Davanti a lui tutti dichiarano che va tutto bene, che tutti sono gentili con loro e che non hanno bisogno di niente. L’onorevole spiega anche a loro perche’ e’ li’. Poi si allontana per visitare il posto di polizia che dovrebbe raccogliere le identificazioni e le richieste di asilo e che - scopre - e’ completamente inutilizzato da mesi. Nel container resta Ilaria con l’interprete ufficiale. Lei spiega ai migranti che c’e’ una violazione dei diritti umani. L’interprete si allontana in fretta e subito dopo torna con le forze dell’ordine. Il capitano e il direttore del centro iniziano a gridare. "Ecco, avete visto cosa avete fatto. Ora uscite... presto succedera’ qualcosa". I migranti in realta’ sono tranquillissimi. Micciche’ chiede di continuare la visita nel campo e invita 4 uomini trattenuti li’, provenienti da paesi diversi, a parlare con lui fuori dal primo cancello. Scortati dall’interprete del campo, e dai carabinieri, parla coi 4 uomini e si fa raccontare le loro storie. Dice loro cio’ che fara’ quando sara’ fuori di li’: raccontera’ quanto siano difficili le condizioni dei paesi di provenienza di chi e’ trattenuto al centro e si battera’ perche’ escano tutti da li’ e possano circolare liberamente in Italia. Una conversazione bella, serena, conclusa in un applauso. Gli altri migranti, ammassati contro la recinzione applaudono i loro 4 rappresentanti, salutano, rimangono li’.


rudycolongo@libero.it wrote:

< Il vero problema degli immigrati a Roma, in Italia, e’ il permesso di soggiorno. Per rinnovarlo ormai ci vuole un anno, mentre per legge e’ stabilito in venti giorni. Ormai sono due anni che il questore di Roma Cavaliere e il prefetto Serra periodicamente incontrano l’associazionismo coi manifestanti di turno e... con promesse varie evadono senza rimedi concreti il problema, rispecchiando col loro operato l’andazzo nazionale. Perche’ il grande sogno dell’italiano medio, borghese, ingrassato da anni di buona tavola e cattive letture, e’ quello di avere un’immigrato non fastidioso. Sfortunatamente non e’ cosi che funziona. Gli immigrati non sono utensili da riporre. Sono persone che hanno voglie, bisogni, sogni, provano tristezza e collera, paura e disperazione. Quello che questo paese non consente loro di provare e’ allegria, tranquillita’. Dignita’. E’ comodo ritagliarsi un alibi che dica sostanzialmente: e’ a causa dell’esistenza dei clandestini che le persone che si sono affidate alla nostra burocrazia dovranno continuare ad essere quotidianamente umiliate. Perche’ di umiliazione si tratta. Il semplice fatto che si debba attendere fino a 10 mesi per poter ritirare il proprio soggiorno rinnovato e’ umiliante. Il fatto di non poter accedere ai servizi bancari e’ umiliante. Il fatto di non poter accedere ai concorsi, di solito riservati ai soli cittadini e’ umiliante. Il fatto di essere costretti al prelievo fiscale senza poter votare e’ umiliante. Il fatto di dover mentire (es. facendosi mandare un telegramma dal paese d’origine che annuncia morti non augurabili per impietosire il funzionario e avere il soggiorno rinnovato) per poter ottenere cio’ che e’ di diritto e’ umiliante. Oggi avere un soggiorno rende gli immigrati dei semplici clandestini, solo piu’ rintracciabili, e con dei doveri rispetto alla pubblica amministrazione. Cosi’ come i coloni americani si ribellarono al grido di "no alle tasse senza rappresentanza" ponendo di fatto le basi della democrazia moderna, anche la colonia interna dovrebbe continuare la strada interrotta dai Frisullo e dai Di Liegro con nuovi capitani di ventura non visibili all’orizzonte >


Alessandro wrote:

< Mercoledi’ eravamo al parco dell’Acquasola a dare volantini contro il progetto di farci un parcheggio dentro. La Digos genovese era presente, professionale e discreta come sempre. Avendo io partecipato a molte manifestazioni sui temi ai quali sono sensibile - guerra, scuola pubblica, lavoro, diritti degli immigrati - ne conosco ormai i visi, quasi familiari, in quanto sempre presenti alle suddette manifestazioni. I casi sono due. O noi manifestanti diamo fastidio a qualcuno e siamo in pericolo, e la Digos e’ li’ per proteggerci. In tal caso mi piacerebbe sapere chi potrebbe minacciarci. Nello specifico, forse, la maggioranza comunale di centrosinistra che ha approvato il progetto, o la ditta appaltatrice Sistema Parcheggi srl? Oppure siamo noi il pericolo pubblico, da controllare, per impedire che facciamo reati o lediamo persone e/o cose. Se questo fosse il caso, ricordo ai suddetti che non abbiamo commesso alcun reato, anzi, stiamo impiegando tempo e risorse nostre per difendere un bene comune. A mio parere ci sono reati, gravi e GIA’ commessi, che meritano invece piu’ attenzione e risorse dalle forze dell’ordine; in particolare quelli legati a mafia e riciclaggio, violenze sulla persona, spaccio, sfruttamento del lavoro nero, discarische abusive, furti >


pbr@libero.it wrote:

< Dopo una lunghissima e sofferta trattativa si e’ giunti finalmente ad un accordo con il Comune di Milano sulla vicenda dello sfratto. A MondoGatto e’ stata assegnata una nuova area ad un costo sostenibile (l’ex magazzino del reparto strade di Via Schievano) e riconosciuto un contributo per le spese di trasloco e riallestimento del rifugio. Il lavoro da fare pero’ e’ ancora moltissimo. L’ area che e’ stata assegnata e’ in cattive condizioni e mancante di tutte quelle infrastrutture che hanno permesso al rifugio di Via Romano di assicurare condizioni di vita piu’ che decorose ai quasi 300 gatti ospiti. Ora piu’ che mai abbiamo bisogno di un concreto aiuto da parte di tutti e sono certo che MondoGatto diventera’ piu’ bello ed accogliente di prima. I veri gatti non mollano mai... >

Info: mondo_gatto@libero.it


Stefano Pravettoni wrote:

< L’anno scorso i tranvieri milanesi non hanno, come ben sai o dovresti sapere, scioperato, bensi’ hanno deliberatamente bloccato una citta’. Spendi una tua illuminata parola anche per chi, in tale circostanza, ha cercato disperatamente, a volte senza riuscirvi, di raggiungere l’ospedale per sottoporsi a dialisi. Valutiamo poi se le regole di convivenza civile meritino di essere rispettate sempre o a seconda delle convenienze del caso >


partenia@katamail.com wrote:

< E’ troppo divertente!!! Iscrivetevi alla ml di riccardo orioles, molte verita’!!! >


Linarena wrote:

< Mi e’ giunta notizia che molti avvocati vicini ai partiti che proteggono o che piangono per gli immigrati e che poi lottano per accordare loro un voto mussulmano, conseguono guadagni favolosi con le pratiche di richiesta di asilo politico. In questi casi, la difesa apprestata con il gratuito patrocinio fa scattare a carico dello Stato il pagamento di una parcella che si aggira sui 30mila euro. Vuole verificare se quanto le riferisco e’ una verita’ oppure una bufala? >


toni_i@insiberia.net wrote:

< Caro O., di sicuro la dinastia Song respinse la dinastia tunguta dei Xi Xia con l’uso estensivo di armi da fuoco nel 1140/1141. Almeno cosi’ ci dicono le fonti. Molto di piu’ si trova nel settimo tomo: Military technology : the gunpowder epic / by Joseph Needham Cambridge [etc.], Cambridge university, 1986 XXXIII, 703 p., ill., 25 cm, del quinto volume: Chemistry and chemical technology della grande insuperata opera di Needham: Science and civilization in China / by Joseph Needham Cambridge University press. Cordialita’ >


Massimiliano wrote:

< Sii corretto... perche’ non parli dei 39 bambini uccisi dai, per voi comunisti, SANTI guerriglieri irakeni... quei santi che le due simone si sono affrettate a ringraziare nel loro comizio elettorale l’altra settimana... ipocriti che non siete altro... buffoni. invece di fare battute di cattivo gusto, raccontate le cose come sono... o continuerete a fare come sempre hanno fatto i comunisti: raccontare le notizie a modo loro evitando di dire tutta la verita’. vergogna... e questo sarebbe il giornalismo obiettivo di cui parlavi tanto? >


Lia Righi wrote:

< Queste due ragazze, giovani e belle, anziche’ sculettare dicendo idiozie in un Grande Fratello qualsiasi, sono andate, nonostante il pericolo, a testimoniare sul posto e con i fatti la loro solidarieta’. E se anche lo hanno fatto per soddisfare un’urgenza privata di "fare del bene", dovremmo ringraziare il cielo che la nostra comunita’ produca nonostante tutto dei frutti cosi’ apprezzabili. Doppiamente fortunate le loro madri, che le hanno viste ritornare sane e salve e che possono guardare con orgoglio a queste figlie >


Mike Godwin www.eff.org wrote:

< Ho una figlia piccola e sono preoccupato per il suo rapporto con l’internet, anche se non ha mai avuto occasione di connettersi, per ora. Cio’ di cui ho paura e’ che mia figlia venga da me tra 10 o 15 anni e mi dica "Papa’, ma dov’eri tu quando hanno rimosso la liberta’ di stampa dall’internet?" >


Franco Gialdinelli, con gli amici, wrote:

< Buon Compleanno Enzo. ("Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. E’ un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che e’ tempo di mettermi in mare al piu’ presto... ") >


Pubblicita’.

"Questa pagina
attende
qualcuno che
non abbia
paura di
farsi pubblicita’
su un giornale
antimafioso".

(I Siciliani, 1994. Per la cronaca, la pagina attende ancora)


Omar wrote:

< Quel rosso che fiorisce in mezzo ai campi
un giorno fu gia’ sangue ribollente di re.
Quella violetta che sorride in terra
forse un giorno fu un neo che un bel viso adorno’ >

* * *

< Quando della mia vita sara’ reciso il fiore,
ogni parte di me sara’ divisa.
Ma voi con la mia polvere tornitemi una coppa,
riempitela di vino e io vivro’ ancora >

* * *

< Via, fuggi dall’inutile sapere,
concentrati sui riccioli d’Amore.
Il tempo versera’ il tuo sangue, ma ora
versa tu nella coppa sangue d’uva >

* * *

< Colui Che ha creato la terra e i cieli
mise agli amanti i crucci dentro i cuori
mise labbra splendenti e e ricci neri
su questo fango e questa terra oscura >

* * *

< La notte e il giorno sono piu’ vecchi di noi due,
molto prima di noi gia’ veleggiavano le stelle.
Leggero sulla polvere sia pertanto il tuo passo:
che’ forse fu pupilla - un giorno - d’un bel viso >

* * *

< Riempi, coppiere, riempi il bicchiere tuo e il mio
con il farmaco rosso e profumato
prima che a noi, ridotti in terra e in creta,
tocchi d’essere offerti, fatti coppe, al mercato >


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