La Biblioteca di Baghdad
Una civiltà stuprata
Comunicato dell’Associazione Italiana Biblioteche in favore della Biblioteca di Baghdad
Dall’Associazione di volontariato "Un ponte per" siamo venuti a conoscenza della notizia dell’irruzione da parte dell’esercito iracheno e americano all’interno della Biblioteca nazionale di Baghdad.
Secondo la fonte i militari hanno trasformato la biblioteca in base militare mettendo a serio rischio il patrimonio librario scampato all’incendio dell’aprile 2003.
"Di fronte alla resistenza del direttore e dei dipendenti della biblioteca i militari hanno usato violenza fino a sparare alle gambe ad un bibliotecario".
Ad oggi i soldati hanno lasciato l’edificio, ma i colleghi iracheni temono nuove irruzioni.
I bibliotecari italiani sono vicini ai colleghi della Biblioteca nazionale di Baghdad, ingiustamente vittime della crudeltà umana.
L’occupazione della Biblioteca nazionale, simbolo della tradizione e del processo di trasformazione culturale di un popolo, va contro gli obiettivi che la comunità internazionale si prefigge: innescare e consolidare un processo di transizione democratica e il ritorno alla normalità.
I bibliotecari italiani condannano ogni forma di violenza e sperano per il popolo iracheno giorni di pace, di sviluppo e di prosperità.
L’Associazione italiana biblioteche chiede al Governo italiano di farsi portavoce nelle sedi internazionali per il rispetto delle convenzioni internazionali, la difesa della dignità di ogni donna e di ogni uomo e la tutela del patrimonio culturale del popolo iracheno.
Prof. Mauro Guerrini Presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche
Roma, 3 settembre 2007 Prot. 216/07
Copyright AIB 2007-09, ultimo aggiornamento 2007-09-03 a cura di Doriana Zago. URL: http://www.aib.it/aib/cen/stampa/c0709.htm
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Temo che i militari statunitensi non lasceranno in pace né i libri né le altre testimonianze della civiltà mesopotamica e araba. Ricordiamo le scene dell’occupazione di Baghdad e dello scempio dei siti culturali della capitale, con l’incendio della Biblioteca e con i soldati che assistevano ridendo al saccheggio del Museo Archeologico (i cui reperti sono stati venduti poi profumatamente sul mercato americano...).
Uno degli obiettivi della loro presenza è la distruzione della cultura e della memoria di quei popoli, per sostituirle con la colonizzazione McDonald’s, con il consumismo che tiene alto il livello di vita dei cittadini statunitensi -«non negoziabile in alcun modo», secondo le parole del Presidente Bush- nonostante l’enorme debito pubblico ed estero di quel Paese, nonostante una finanza sempre sull’orlo del disastro, come si è visto con la recente crisi sui mutui immobiliari.
È per questo che gli USA hanno assoluto bisogno di far guerre, ovunque e sempre. Perché senza di esse la loro economia collasserebbe.
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Consiglio il numero di questo mese di "Art e dossier" con dossier dedicato all’arte islamica. Conoscere le manifestazioni artistiche di un popolo a mio avviso è il modo migliore per penetrarne le idee e intuirne i pensieri.