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L’olio che non è extravergine

Lidl condannata per falso extra vergine di oliva deve pagare 550 mila euro. In arrivo altre condanne eccellenti?

di Redazione - giovedì 30 giugno 2016 - 2608 letture

L’Antitrust ha condannato la catena di supermercati Lidl a pagare una multa di 550 mila euro, per avere venduto olio extra vergine con il marchio Primadonna che, secondo l’autorità, conteneva olio vergine di oliva. Si tratta di una sentenza che farà molto discutere sia perché l’importo della multa è elevato, sia perché secondo gli addetti ai lavori nei prossimi giorni ci potrebbero arrivare nei confronti di grandi marchi che nel maggio 2015 sono statti coinvolti in analoghe vicende.

Tutto è iniziato con l’esito delle analisi di laboratorio condotte nel mese di maggio 2015 dalla rivista mensile Test Salvagente su 20 marche di olio extra vergine di oliva venduto sugli scaffali dei supermercati. Test Salvagente aveva evidenziato difetti di: riscaldo, rancido, muffa e umidità in diverse bottiglie che secondo la rivista non potevano essere vendute come extra vergine come dichiarato in etichetta. Qualche mese dopo (novembre 2015), Raffaele Guariniello della procura di Torino (ora in pensione) fa prelevare dai Nas alcuni campioni di olio e li invia al laboratorio dell’Agenzia delle dogane. Il responso conferma la presenza di irregolarità e di difetti organolettici per i marchi: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.

Leggi l’articolo di Roberto La Pira su Il Fatto Alimentare



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