L’insostenibile leggerezza del benessere.

di Anello di Dio - martedì 6 marzo 2007 - 2480 letture

Quando ci troviamo davanti ad uno specchio, qualcosa, qualcosa di strano accade. Ci sentiamo come ripresi da una telecamera della quale il nostro occhio costituisce l’obiettivo e il pubblico. E’ come essere trasportati da un’altra parte! Specchio specchio delle mie brame, dacci altri ventanni da vivere come se fossero una prima giovinezza! Dacci bellezza e avvenenza, ricchezza e forza! Guardare nello specchio e vedere ciò che non si vede, guardare al di là; come se, superando quella patina sottilissima di argento si possa entrare in un mondo migliore. Dacci, oh specchio, la capacità di essere al di sopra del dolore e del fugace. Dacci una storia nuova! Dacci l’ebrezza di vivere la vita di un dio per un giorno; e liberaci dal male oscuro, la vecchiezza, questa terribile stregaccia! Oh specchio specchio divino guardaci dalla sventura, dalla noia, dacci vita, vita piena. Specchio dacci tante cose divertenti e innovative. Dacci una cosa diversa ma che sia uguale a se’ stessa e possa essere uguale ad ogni altra cosa esistente. Il benessere, questo nuovo stadio dell’evoluzione umana e sociale garantisce cent’anni di vita "divertente e ricca di soprese". Il benessere è come una vitamina che se presa in piccole dosi ti ricarica altrimenti ti porta alla morte. Il benessere è tutto, senza esso non sei nessuno. Il benessere, questo strano fantama ideato dalla società per creare una nuova religione dei popoli, si nutre di sè stesso e per sè stesso vive. Il benessere è arroganza e stupidità: ecco perche’ i giovani sono piu’ aggressivi ed edonisti, come delle pistole cariche. Il benessere cosi concepito spacca la terra, crea vuoti culturali colletivi e falsi miti. Folle e folle di poveri affamati che si accalcano sulle porte del mondo civilizzato; premono per godere un pò di quest’ambrosia. Arrivano a migliaia trascinati dal sogno del benessere e diventano dei benessero-dipendenti. Belve senza controllo che si aggirano per le strade, poveri esseri privati delle loro radici ,dei loro costumi per essere catapultati nel mondo di plastica di una Hollywood periferica. Oggi è facile trovarsi davanti ad un uomo o donna del sud del mondo che si comportano peggio di uno spocchioso londinese o di un fanatico parigino. La multiculturalità, l’adattamento è diventata un adeguamento di standard colletivi di vita ad uno solo. "Chi ha piu’ senno meno senno usa". I pochi, che si affacciano alla società iperconsumistica e raffinatamente materialistica da noi gestita, con un minimo di cervello sulle spalle creano da sè stessi un antidoto micidiale che diviene la giustificazione stessa del mondo che rigettano. Concepire attentati spaventosi per far sentire la loro voce è come scrivere il copione per una sceneggiatura di Hollywood. La spettacolosità e spettacolarità dei loro interventi e delle loro manifestazioni fanno parte dell’immaginario collettivo come la bevanda gassata o il una braciola di carne di manzo. Siamo all’assurdo! Uomini che non sono piu’ padroni del loro destino ma schiavi inconsapevoli di un meccanismo diabolico. La società che genera la negazione di se’ stessa per dare ai suoi figli l’idea di non essere morta, di avere ancora un senso. In questo mostruoso progetto di riconversione dell’anima viaggiamo solitari animali. Specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?


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