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Il reato di clandestinità non esiste

Abbattiamo i campi di concentramento per i migranti.

di Orazio Leotta - giovedì 21 aprile 2011 - 3599 letture

Il concentramento di diverse migliaia di migranti sull’isola di Lampedusa ha permesso al governo di creare ad arte un’emergenza che non esiste al solo fine di speculare sulle paure dei cittadini. Tra governo e forze d’opposizione, non fa che rimbalzare lo slogan che questi migranti "non sappiamo dove metterli", ma le cifre di Lampedusa possono solo far sorridere se comparate all’imbarazzante quantità di abitazioni sfitte che ci sono in tutta Italia.

L’emergenza esiste solamente perchè i governi di centrodestra e centrosinistra hanno voluto perseguire dagli anni ’90 in poi politiche reclusorie e concentrazionarie nei confronti dei flussi migratori, anche per adeguarsi all’Europa di Schengen.

La retorica leghista non fa che paventare lo spauracchio dell’invasione degli arabi, mentre l’opposizione non fa che attribuire l’emergenza all’incapacità dei governanti, fingendo di non vedere le falle strutturali che il sistema di gestione repressiva dell’immigrazione in atto in Italia comporta e che anche loro hanno contribuito a costruire.

L’emergenza è infatti una circostanza straordinaria rispetto alla norma, ma la situazione di Lampedusa e l’allarme che si è generato in molti territori italiani, tra cui quello di Coltano a Pisa, è esattamente la norma. E’ ciò che i governi di centrodestra e centrosinistra vogliono e hanno voluto per anni con la promulgazione della Turco-Napolitano, della Bossi-Fini e del famigerato pacchetto sicurezza.

La diatriba tra opposizione e governo si risolve quindi in una querelle sulle dimensioni dei campi di concentramento e se da un lato Maroni rivendica la costruzione di 10.000 posti nei CIE, in cui dovranno essere rinchiusi i migranti in fuga dalla guerra e dalla miseria che anche l’Italia, insieme agli altri paesi europei e agli Stati Uniti, conduce e produce in Africa, il PD nella persona del Presidente della Regione Toscana Rossi propone una sorta di delocalizzazione del concentramento dei migranti, ribadendo la volontà di creare piccoli CIE gestiti dall’associazionismo e sparpagliati sul territorio.

Dove sta la truffa? Che grande o piccola una prigione è sempre una prigione, che grande o piccolo un campo di concentramento rimane un campo di concentramento. La soluzione non può essere il cosiddetto modello toscano, che continuerebbe a proporre una soluzione detentiva e che continuerebbe a tutelare gli interessi di quelle associazioni come la Croce Rossa che ogni giorno lucrano sulla pelle dei migranti, ricevendo ingenti finanziamenti per la gestione dei CIE.

Il cosiddetto modello Toscano non è altro che un espediente che il PD cerca di sfruttare per conservare quella parte di consenso che sulla questione migranti rischia di farsi sfuggire a favore di posizioni leghiste. E’ l’ennesima riprova dello slittamento a destra, anche su questioni sociali, oltre che su quelle lavorative del cosiddetto centrosinistra e del PD.

Sull’argomento abbiamo ascoltato il parere di Giacomo Di Leo, coordinatore provinciale della sezione di Messina del Partito comunista dei lavoratori che, scostandosi da questa presa di posizione, auspica l’immediato ritiro dell’Italia dall’aggressione imperialista alla Libia e la sospensione della concessione delle basi militari alla Nato.

“E’ di fondamentale importanza rispettare il diritto alla libera circolazione degli individui e interrompere ogni forma di reclusione dei migranti, giovani, lavoratori, disoccupati, donne, bambini, anziani che fuggono dalle stesse bombe che anche gli aeroplani italiani lanciano sul Nord Africa”. – ha ribadito Di Leo.

“Non si può impedire a quella moltitudine di migranti che vuole ricongiungersi con i familiari negli altri paesi d’Europa di raggiungerli. Mentre questa politica xenofoba preferisce rinchiuderli in campi di prigionia e minacciarli di rimpatrio in zone di guerra”.

Infine Di Leo ha concluso, sostenendo che “il diritto d’asilo è l’unica arma democratica di difesa di questi migranti, per vedere tutelati i loro diritti fondamentali. In tutto il mondo arabo i lavoratori e i giovani si stanno sollevando contro regimi che apparivano fino a pochi mesi fa inespugnabili e tutelati, vigliaccamente dall’occidente e dalla stessa Italia come garanti dei loro interessi di sfruttamento in quei territori”.


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