Il Natale di Jeshu-ha-Notzri
Altruismo, egoismo e natura umana
Sono dei giorni, questi, che ricordano –per molti in forma assolutamente distratta- la nascita di un Rabbi che si proclamò in qualche modo Figlio di Dio. Giorni in cui la finzione dei buoni sentimenti ripete i suoi stanchi riti.
Posso dire che trovo tutto questo patetico, triste e soprattutto ipocrita? Uno dei risultati ai quali sono giunto nella riflessione sui comportamenti umani è che quanto denominiamo con la parola altruismo non esista, semplicemente. Per due ragioni fra di loro collegate: la prima è che tutto ciò che accade, compresi noi stessi, le nostre scelte, il nostro agire, avviene sotto il segno del Caso e della Necessità intrecciate; la seconda è che colui che prende una decisione, che conduce un certo stile di vita, che opera delle scelte, lo fa sempre e inevitabilmente perché decisioni, stile e scelte lo gratificano. E non potrebbe essere altrimenti. Anche chi si dedica totalmente e dalla mattina alla sera al prossimo e alle sue sofferenze trova in questo la propria più profonda soddisfazione. Sennò non lo farebbe, non potrebbe.
Nulla c’è di negativo, o tanto meno perverso, in tutto questo! È inevitabile e giusto che sia così. Al mondo non c’è merito e non c’è colpa. Schopenhauer scrisse che «operari sequitur esse, ergo unde esse inde operari» (La libertà del volere umano, Laterza, pag. 118) poiché ognuno esiste in relazione alla sua natura profonda.
E un altro Maestro, Spinoza, ha dimostrato che le passioni umane seguono un andamento geometrico, come stelle nella loro orbita: luminose, incandescenti, straripanti di energia ma necessarie.
Liberiamoci dalla morale, dai sensi di colpa, dai rimorsi, dalla pena. Gustiamo il Tempo che siamo finché lo siamo. Cerchiamo il piacere con la potenza del corpo e la gioia con tutta la serenità del nostro sorriso, perché «imparare a meglio gioire è per noi il modo migliore di disimparare a far male agli altri e a escogitare cose che fanno male» (Così parlò Zarathustra, «Dei compassionevoli», Adelphi, pagg 104-105).
E faremo qualcosa di buono per noi e per gli altri, senza pretendere –per questo- di essere generosi e disinteressati. A un tale che gli si rivolse appellandolo «Maestro buono», Jeshu-ha-Notzri rispose «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo» (Vangelo di Marco, 10,18). Aveva ragione.
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Temo gli intellettuali troppo intelligenti, quelli lontani dalla gente comune, quelli che non ti fanno gli auguri che invece ti vengono fatti dal panettiere, dal fruttivendolo, dal farmacista che magari ti regala anche due dolcetti e ti fa piacere...è ipocrisia?
Più che di ipocrisia spesso si tratta di quello spirito di speranza che accompagna l’acquisto di un biglietto della lotteria di Capodanno, hai visto mai? Così gli auguri...e se funzionano davvero? E se diventassimo migliori davvero?
Profondi, lontani rituali... la loro abolizione ci renderebbe migliori? Anche non credere mai a niente è triste.
E uscito un guazzabuglio inestricabile dalla storia di Gesù.
Mi sono posto la soluzione che un’anima valesse un’altra anima, almeno nella sua natura. Perciò, nessuno e tutti siamo figli di Dio. Ma nemmeno ciò è sufficiente per spiegare qualcosa. Difatti nelle apparizioni della Madonna si ricorre all’appellativo Immacolata Concezione, per descrivere la situazione di Grazia suprema e senza peccato della Madonna, che avrebbe partorito un Dio senza peccato originale..
In realtà, l’assenza di peccato ci porta in territori lontanissimi, qualcuno disse che la condizione di assenza di peccato porta alla rinuncia di avere un "corpo" da ciò la concezione del sacrificio estremo del Messia.
Allora, destini diversi per il Pastore e per le Pecore. In tal modo, come noi siamo non va bene, perchè non si dovrebbe avere una vita sessuale! In realtà, nessun piacere da cosa alcuna si dovrebbe provare!
Nemmeno farsi una suonata con una chitarra sarebbe cosa gradita!
Allora, mangiare senza aver desiderio di qualche cibo, perciò, anche la crusca può andare bene (ma non nutre per nulla, e i sensi sarebbero elusi nel loro scopo primario: mangiare per sopravvivere).
Nemmeno il sonno sia perciò fonte di "piacere e assenteismo" dalle problematiche.. Ma non dormire sarebbe un atto grave contro la sopravvivenza..
Potrei continuare.. ma debbo concludere che il piacere non esiste come peccato, il peccato originale ci ha generati fino nell’intimo più profondo (anima). Chi si oppone al disegno esistenziale (quello individuato ad es. da Joung, Freud,ecc), nega la propria vita, e tenta di evadere in territorio sconosciuto, ed evidentemente poco consigliabile dall’istinto.
Per contro l’ateismo è un modo per negare una parte importante del cervello. Lo Strutturalismo ci mette in guardi da una simile tortura. La scienza viene vicino al problema e dice che noi tutti abbiamo bisogno di sentirci in contatto continuo con il creatore. Di cercare la sua approvazione, di misurarci coi suoi giudizii (alterego). Una specie di persona che non può morirci dentro, pena "la follia".
Scienza per scienza, allora si fa meglio a descrivere la tortura della vita dicendo che ogni parte di questo universo corre alla velocità della luce verso il "quasi nulla".
Ora è più visibile che rispetto agli antichi abbiamo più armi per capire la matematica e la filosofia!
Allora, direi che non è bello quel che è bello, ma ciò che piace.. forse siamo legati al piacere, di più del dovuto.. ma se entri in molti negozi e non compri mai nulla, non è una gran sofferenza?
Forse c’è qualcuno che vuol consumarsi il cervello a capire come si arriva a certe conclusioni?
Per me esiste anche Dio, perchè ha lo scopo di muovere ciò che in altri modi non si muoverebbe.
Non è importante che si arrivi a credere solo negli assoluti, è in se un modo per negare ogni cosa ed entrare nel cinismo, mentre gli occhi a questo mondo vedono molte cose spirituali, anche perchè la vita è lunghissima e il pensiero può cambiare, e diventare forte o debole, senza un ordine apparente.
Creature quantiche,legate al Big Bang, nate dal brodo primordiale da circa 5-10 miliardi di anni ed in seguito solo evolute!
Quantiche, perchè come le particelle subatomiche, sono immortali o passibili solo di una cessione misurata di energia verso l’esterno, prima di scomparire. Motivate dalla stessa voglia di vivere degli elettroni, senza patente o documenti per circolare tranquillamente. Nel mezzo dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande.....
Tuttaltro che simili a computer che non hanno invece volontà propria, autodifesa, intelligenza vera.
Noi siamo pieni di molte motivazioni e verità che non scaturiscono da menzogne.
Si può immaginare un cavallo per quanto primordiale che sale su un albero?
Ognuno ha la sua vocazione. In ciò è la perfezione di ciò che esiste. Per tale motivo la perfezione è da considerarsi aggettivo superfluo dell’esistente.