Hegel: riflessioni sull’arte

di Pina La Villa - venerdì 1 dicembre 2006 - 6834 letture

L’Arte

La forma di questo sapere è, in quanto immediata (il momento della finità dell’arte), da una parte un dirompersi in un’opera di esistenza esterna e comune, nel soggetto che produce l’opera e in quello che la contempla e l’adora; dall’altra parte, essa è l’intuizione concreta e la rappresentazione dello spirito assoluto in sé come dell’ideale; della forma concreta, nata dallo spirito soggettivo, nella quale l’immediatezza naturale è soltanto segno dell’idea, per la cui espressione è così trasfigurata mediante lo spirito formatore, che la forma non mostra altro in lei fuori dall’idea. Tale è la forma della bellezza. § 559 Lo spirito assoluto non può essere esplicato in tale individualità di figurazione. Lo spirito dell’arte bella è perciò un limitato spirito di popolo; la cui universalità, che è in sé, quando si procede all’ulteriore determinazione della sua ricchezza, si fraziona in un indeterminato politeismo.[...]

(Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)

I due approcci con il mito

La mitologia va considerata secondo due prospettive: la prima considera la mitologia come storie semplicemente esteriori, che sarebbe indegno confrontare con Dio. [...] La mitologia va quindi considerata solo storicamente. [...] Il secondo punto di vista invece non vuole accontentarsi del lato esterno delle figure e dei racconti mitologici, ma sostiene che in essi è implicito un senso generale più profondo che è compito della mitologia, come considerazione scientifica dei miti, conoscere dietro il velame. La mitologia dovrebbe quindi essere intesa simbolicamente.

Hegel, Estetica, Einaudi, 1977 (Hegel, Estetica) L’Arte del sublime

Bellezza dell’ideale e sublimità vanno accuratamente distinte. Infatti nell’ideale l’interno compenetra la realtà esterna di cui è interno, in questa guisa, che i due lati appaiono reciprocamente adeguati e reciprocamente perciò compenetrantisi. Nel sublime, invece, l’esistenza esterna, in cui la sostanza viene portata ad intuizione, è abbassata nei confronti della sostanza, in quanto questo atto e il valore strumentale dell’esistenza esterna sono l’unico modo perché possa essere reso intuibile dall’arte l’unico Dio, che per sé è senza forma e non può essere espresso nella sua essenza positiva da nulla di mondano e di finito. Il sublime presuppone il significato in una autonomia di fronte a cui l’esterno deve apparire solo come subordinato, nella misura in cui l’interno non vi appare ma va tanto oltre che a rappresentazione non viene appunto nient’altro che questo essere ed andare oltre.

(Hegel, Estetica)

L’arte, in quanto si occupa del vero come oggetto assoluto della coscienza, appartiene anch’essa alla sfera assoluta dello spirito, trovandosi perciò per il suo contenuto sul medesimo terreno della religione nel senso specifico del termine, e della filosofia. Infatti, anche la filosofia non ha altro oggetto che Dio ed è così essenzialmente teologia razionale e, in quanto al servizio della verità, culto perenne.Data questa eguaglianza di contenuto, i tre regni dello spirito assoluto si differenziano solo per le forme in cui essi portano a coscienza il loro oggetto, l’assoluto. [...] La prima forma, ora, di questa apprensione, è un sapere immediato e proprio perciò sensibile, un sapere nella forma e figura del sensibile ed oggettivo, in cui l’assoluto viene ad intuizione e sentimento. La seconda forma è la coscienza rappresentante, la terza infine il libero pensiero dell’assoluto.

Brani liberamente tratti da http://www.filosofico.net/antologia.htm


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Hegel: riflessioni sull’arte
16 gennaio 2010, di : Dario Lodi

Credo che le idee di Hegel a proposito dell’arte siano legate a quel momento storico, a quel desiderio di sistemazione positiva, oggettiva, tipico dei tedeschi. Hegel non risparmia concetti tradizionali, attingendo da Platone a piene mani, è considera, a torto, come molti, l’arte un’attività a se: l’arte è invece la somma del pensiero e del sentimento umano. In essa confluisce ogni cosa e viene sublimata, idealizzata. Vi viene immessa la volontà di raggiungere un traguardo di perfezione, visto quale conquista dell’anima della realtà.

Dario Lodi