Essere vegetariani. Le ragioni.

Non solo per gli altri animali

di Alberto Giovanni Biuso - giovedì 14 febbraio 2008 - 13892 letture

Da alcuni anni ho rinunciato a nutrirmi di carne e di pesce. Tra le ragioni ci sono queste:

1. Una concezione olistica del mondo, che privilegia l’intero rispetto alle singole parti. Gli enti che possiedono un sistema nervoso sono per me frammenti di un tutto, distruggendo il quale sentirei di ferire il mio stesso corpo.

2. La consapevolezza del peso di sofferenza che grava su tutti gli esseri senzienti e percipienti e il desiderio –finché posso- di non moltiplicare il dolore. È una motivazione che viene dritta dritta dalla filosofia di Schopenhauer, che in Parerga e Paralipomena (tomo II, pag. 488, ed. Adelphi) osserva –fra le altre cose- come «per quello che riguarda gli animali il cristianesimo ci pianta vergognosamente in asso». E quanta ragione avesse, si può capire anche da questo brano di Agostino (filosofo che comunque io amo moltissimo): «non pensiamo che il divieto di uccidere riguardi...gli esseri animati, come uccelli, pesci, quadrupedi, rettili, che non hanno in comune con noi l’uso della ragione: giustissima è quindi la disposizione del creatore, per cui la loro vita e la loro morte sono al nostro servizio» (La città di Dio, p. 111 dell’ed. Rusconi). Insomma, si tratta dell’antropocentrismo di origine biblica che ha prodotto conseguenze problematiche in molti ambiti.

3. Il rispetto per l’alterità, per tutto ciò che è diverso da me.

4. La conoscenza di come vengono massacrati gli altri animali nei grandi macelli, in un’orgia di crudeltà che non a caso non viene mai documentata né in televisione né sulla stampa. Secondo alcuni sociologi, uno dei modelli ispiratori dei Lager è stato l’enorme macello di Chicago, nel quale per la prima volta si sperimentò la trasformazione della morte in una struttura produttiva di impronta fordista.

5. La consapevolezza che l’alimentazione carnea è un risultato storico e non è inscritta né nei nostri geni né nella struttura anatomica. La nostra dentatura è infatti vicina a quella di alcune specie di primati non carnivori.

6. Il mio egoismo. Gli studi che conduco mi hanno infatti portato alla conclusione della profonda unità psicosomatica da cui ogni animale è costituito. La mucca, l’agnello, il pollo, il pesce che si sentono morire sviluppano nel loro corpo delle tossine potenzialmente pericolose che ovviamente si trasmettono a coloro che poi se ne nutrono. Voglio insomma salvaguardare la mia salute, anche non cibandomi dell’angoscia che un essere vivente sviluppa mentre muore.

7. La condivisione –anche se non integrale- delle tesi di studiosi come Tom Regan e numerosi altri, che hanno argomentato a favore del diritto soggettivo e oggettivo delle altre specie ad aver garantita la vita.

8. La sensazione che la violenza sugli altri animali sia spesso l’anticamera di quella esercitata all’interno della nostra specie.

9. La lettura del libro di Konrad Lorenz, L’anello di Re Salomone

10. Due motivazione politiche. La prima: l’attuale divisione mondiale del lavoro ha prodotto la specializzazione anche delle strutture dell’alimentazione. Questo fa sì che intere e vaste zone del pianeta, prima fra tutte l’America Latina, vengano deputate alla produzione di bestiame, con grave impoverimento delle economie locali e ulteriore subordinazione alle grandi multinazionali, in particolare statunitensi.

11. La seconda: ogni chilo di foraggio dato in pasto agli animali da macello comporta la sottrazione del grano e quindi del pane a milioni di persone che abitano nelle zone svantaggiate del pianeta. Gran parte, insomma, delle bistecche che arrivano sulla nostra tavola hanno dietro di sé lo sfruttamento e la fame di altri esseri umani.

In ogni caso, le scelte alimentari sono espressione di un processo delicato e personale poiché è anche nel rapporto col cibo che si concentra gran parte dell’identità, del benessere e dell’inquietudine del soggetto umano. Che ciascuno si nutra come vuole, consapevole però di come sia in gran parte vero che «der Mann ist das ißt» (Feuerbach), che l’essere vivente (uomo compreso) sia costituito da ciò di cui si ciba, nel corpo e nella mente, con la loro radicale unità.

Su queste tematiche, consiglio alcuni siti dove chi vuole potrà trovare ampia documentazione, di gran lunga più accurata rispetto a queste mie poche righe:

alimentazionesostenibile

saicosamangi

scienzavegetariana.it

chiuderemorini

oltrelaspecie

Lega Antivivisezione

Di queste e altre ragioni si è inoltre discusso ampiamente in un post del forum Cybersofia

www.biuso.it


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Essere vegetariani. Le ragioni.
16 febbraio 2008, di : quasi vegetariana!

per molti versi sono d’accordo con quello che dice,sopratutto sul fatto che si può benissimo impedire ulteriore sofferenza, non necessaria, per gli animali da macello.infatti in questi gironi un servizio del tg, che non sono riuscita a vedere perchè non ce la facevo, parlava di questo: condizioni impossibili nei luoghi di allevamento e nei trasporti alimentati da puro sadismo e per motivi economici. Però, non so se è vero o meno, ne avevo solo sentito accennare e non ricordo da quale fonte, che anche le piante a livello molto rudimentale hanno una loro "percezione"..e allora siamo in un bel guaio, perchè di qualche cosa dobbiamo pur nutrirci. Poi ci sono delle motivazioni molte volte che diventano importanti per la nostra stessa salute; è vero che si può essere vegetariani però per esempio l’assunzione degli omega 3, che sono importantissimi o che in alcune persone lo sono per motivi di salute, non si trovano o perlomeno in grandi quantità nei vegetali, ma soltanto nei pesci. Cerco anche di privilegiare ad esempio per le uova quelle provenienti da allevamenti all’aperto e non in gabbie, sono piccole cose però... è sempre qualcosa!!
Essere vegetariani. Le ragioni.
28 febbraio 2008, di : Carmelo

Il consumo di carne è la causa prima dello sviluppo di tumori nel corpo umano. Credo che questa sia la motivazione principale per cui una persona dovrebbe rinunciare al consumo di essa. La motivazione deve essere in primo luogo pratica, biologica, fisica. La filosofia viene dopo.
Essere vegetariani. Le ragioni.
4 marzo 2008

Ho sentito parlare di un fatto, nonchè di un pensiero, assurdo quanto crudele: l’animale agonizzante produrrebbe delle "sostanze" che rendono la sua carne, al palato ingordo dell’uomo, più gustosa. Credo che tale credenza, perchè di una credenza ,secondo me, si tratta, sia l’ennesima prova della crudeltà gratuita e della superficialità degli uomini di fronte agli altri esseri viventi che, sfortunatamente, patiscono senza potersi difendere. Forse, dunque, dovremmo far soffrire le persone, questo genere di persone che ignorantemente hanno sviluppato un accentuato antropocentrismo, per renderle migliori? Non dico vegetariani, anche se non sarebbe cosa sbagliata, ma almeno cerchiamo di essere più rispettosi nei confronti della vita altrui, al di là della sua naturale origine.
Dieta vegana e artrite reumatoide
20 marzo 2008, di : Alberto Giovanni Biuso

Dal sito de "Le Scienze":

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1325885

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Una dieta vegana per l’artrite reumatoide

La dieta aumenta anche i livelli di anticorpi naturali contro i composti dannosi che provocano i sintomi caratteristici di questa malattia

L’artrite reumatoide costituisce un importante fattore di rischio per attacchi di cuore e infarti, ma chi ne soffre potrebbe ridurlo ricorrendo a una particolare dieta. Un gruppo di ricercatori del Karolinska University Hospital di Stoccolma ha infatti scoperto che per queste persone una dieta vegana priva di glutine non solo abbassa i livelli di colesterolo, di lipoproteine a bassa densità (LDL) e di LDL ossidate (oxLDL), ma aumenta anche i livelli di anticorpi naturali contro i composti dannosi che provocano i sintomi caratteristici di questa malattia infiammatoria, come la fosforilcolina. Lo studio è descritto sull’ultimo numero della rivista ad accesso pubblico Arthritis Research & Therapy.

Nella ricerca, diretta da Johan Frostegard, 66 pazienti sofferenti di artrite reumatoide sono stati divisi in due gruppi: al primo era stata assegnata una dieta vegana priva di glutine, mentre il secondo seguiva una dieta ben bilanciata non vegana. Dopo 12 mesi i ricercatori hanno trovato che la dieta vegana priva di glutine aveva comportato la diminuzione dell’indice di massa corporea, dei livelli di LDL e di oxLDL, e un aumento degli anticorpi anti-fosforilcolina, mentre i livelli delle altre molecole grasse, compresi HDL e trigliceridi, erano rimasti invariati. Nella altro gruppo tutti i valori erano invece rimasti sostanzialmente invariati.

Gli anticorpi anti-fosforilcolina sono oggetto di studio nel quadro di una vasta collaborazione europea, chiamata CVDIMMUNE, che mira a verificare l’ipotesi che essi abbiano un’azione protettrice nei confronti delle patologie cardiocircolatorie e che possano essere utilizzati come fattori diagnostici e terapeutici. (g

Essere vegetariani. Le ragioni.
16 aprile 2008, di : Cateno |||||| Sito Web: http://www.catempio.splinder.com

Aggiungerei a tutte le motivazioni riportate anche l’essere parte di una nobile tradizione che affonda le sue origini nei circoli pitagorici, ossia nel profondo delle nostre radici culturali.
Essere vegetariani. Le ragioni.
21 maggio 2008

Il 99% dei medici non è d’accordo. Nell’alimentazione umana, per il giusto equilibrio, devono essere apportate anche proteine animali provenienti da carne e sopratutto pesce.
Essere vegetariani. Le ragioni.
5 aprile 2010, di : Augusto Cavadi

Trovo lucide e puntuali le ragioni di Biuso a favore del vegetarianesimo. Per ragioni molto più banali, però, sinora sono riuscito a ridurre drasticamente l’uso della carne (e del pesce), non ad eliminarlo. Spero di arrivarci gradatamente... Augusto Cavadi www.augustocavadi.eu
Essere vegetariani. Le ragioni.
5 gennaio 2013, di : Alberto Giovanni Biuso

Ricevo e inoltro.

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I danni della carne o i benefici del vegetarismo?

Franco Libero Manco - Associazione Vegetariana Animalista, in collaborazione con A.B.I.N. (Associazione Bergamasca di Igiene Naturale) - www.vegetariani-roma.it

Spesso qualche nutrizionista onnivoro in fase denigratoria del sistema vegetariano sostiene che non sia la mancanza di carne nell’alimentazione dei vegetariani a dare loro migliore salute ma un più corretto stile di vita che tale scelta comporta, cioè i mangiatori di carne hanno generalmente anche un cattivo stile di vita mentre i vegetariani sono generalmente più attenti al loro benessere. I due aspetti, a mio avviso, sono altrettanto importanti per conservare la salute, però succede che anche se gli onnivori seguono sani stili di vita sono ugualmente soggetti a molte patologie contemporanee, mentre i vegetariani, pur non seguendo sani stili di vita, si ammalano molto di meno.

Le statistiche ufficiali in tal senso fanno riferimento alla condotta comune delle persone onnivore, sia che facciano eccessivo o poco uso di carne, così come le statistiche che riguardano i vegetariani fanno riferimento a tutti i vegetariani non solo ai più virtuosi, cioè compresi coloro che scelgono di non nutrirsi di animali per scelta etica e che spesso trascurano l’aspetto salutistico del problema.

La letteratura scientifica vegetariana e tutti gli scienziati indipendenti hanno ribadito e ribadiscono che le malattie generate dalla carne non dipendono dal fatto che la carne derivi da animali trattati con medicinali, ma che sono le proteine proprie della carne sia che provengano da animali terricoli, da pesci, da latticini o da uova.

Anche se un individuo vive in conformità alle leggi naturali ma mangia carne gli effetti protettivi delle verdure vengono in gran parte neutralizzati dai prodotti carnei. La carne fa male non perché gli animali non sono più allevati allo stato naturale ma perché è un alimento incompatibile con i processi biochimici dell’essere umano per natura fruttariano. E tutto ciò che non è adatto alla nostra alimentazione non può che apportare danni. Se fosse un alimento compatibile il nostro organismo non produrrebbe radicali liberi, leucocitosi, crisi enzimatica, carenza di vitamine, aumento di colesterolo, aumento del battito cardiaco, acidificazione del sangue, prelazione di calcio, uricemia, ipertensione, reumatismo, gotta, cancro..

Non c’è stile di vita in grado di neutralizzare tutti gli effetti deleteri della carne. A tal proposito vale la pena ricordare che le scorie accumulate dagli alimenti troppo ricchi di proteine come la carne, oltre ad acidificare il sangue, sono causa di tutte le manifestazioni uricemiche, di obesità, diabete, calcolosi, reumatismo, nevralgie, dispepsie, eczemi, arteriosclerosi, ipertensione, stitichezza, allergie ecc.. Infatti le leggi di Graham sul cibo elettivo dimostrano che esiste un rapporto preciso e definitivo tra costituzione fisica di un animale e il suo cibo elettivo che è quello che serve al meglio i suoi interessi biologici, psicologici, conservativi e ambientali. In modo più dettagliato riporto le considerazioni del dr. Valdo Vaccaro.

“La carne genera l’aldeide malonica (sostanza cancerogena al 100% che si sviluppa con la cottura della carne, l’acreolina (dalla cottura dei grassi, ultratossica per il fegato), l’adrenalina (dal terrore indescrivibile provato dalle bestiole nei macelli), il dietilsilbestrolo (causatore di cancro all’apparato genitale femminile), l’acido apocolico e il 3-metil-colantrene (composti chimici cancerogeni derivati dal contatto dei prodotti di decomposizione carnea coi nostri acidi biliari, l’acido colico e l’acido disossicolico, il beta-glicoronidasi e l’alfa-deiprossilasi (enzimi cancerogeni derivati da batteri intestinali di carni e pesce crudi), il coprosterolo (sterolo cancerogeno da carne e pesce crudi e cotti), la cadaverina (dall’aminoacido lisina), gli etil e metil-mercaptani (dalla cisteina e dalla metionina), la putrescina-agmatina-tiroxina-fenolo (veleni generati dalla cottura di carne e pesce), il solfuro d’idrogeno e l’acido acetico, l’albumina, la fibrina e la gelatina, derivate dal brodo di carne (causatore accertato di morie a gruppi di cani alimentati a brodo), le ptomaine (sostanze che prendono il nome da ptoma, che in greco significa cadavere), il benzopirene, le nitrosammine e le aflatossine (micidiali cancerogeni), i radionuclidi o radicali liberi, le purine (sostanze azotate derivanti soprattutto dal pesce, anche crudo, anche fresco e anche sanissimo, che fanno aumentare paurosamente l’acido urico nel sangue), indolo, scatolo, acido lattico, alte dosi di colesterolo, trigliceridi e acidi urici, estrogeni ed antitiroidei, sulfamidici, cortisonici, beta-bloccanti, ammoniaca, vaccini ecc.

Inoltre con la frollatura la carne appena macellata subisce il cosiddetto rigor mortis, determinato dalla contrazione delle strutture muscolari, che raggiungono la massima intensità entro 1-2 giorni. Si ha poi una parziale e graduale demolizione delle proteine muscolari e del collagene: questo fenomeno (detto frollatura molto importante per il gusto e la tenerezza della carne) avviene a bassa temperatura e varia in base al tipo di carne: per quelle bovine la durata è di almeno 5 giorni.

Chi sostiene l’utilità della carne… 1) non prende in considerazione la struttura del corpo umano morfologicamente strutturato per cibarsi di frutti, vegetali, semi e radici. 2) non considera la funzione degli enzimi nella digestione che con la cottura della carne vengono distrutti. 3) non differenzia le vitamine vere dalle vitamine sintetiche, tra minerali organici e minerali inorganici. 5) non considera gli esperimenti di Kautchakoff del 1930 sulla proliferazione dei leucociti nel sangue (da 6000 a 18000 per mmc di sangue) ad ogni pasto carneo. 6) non considera il grado di l’alcalinità del sangue umano. 7) non valuta la scarsità di acido cloridrico presente nello stomaco umano (20 volte inferiore a quella presente negli animali carnivori), e quindi l’incapacità del nostro apparato di disgregare le proteine della carne. 8) non valuta la totale assenza di enzimi uricase antiurici nel corpo umano (a differenza degli animali carnivori che ne sono ben dotati) e quindi l’incapacità assoluta del corpo umano di neutralizzare i micidiali effetti urici delle carni. 9) non considera i gravissimi danni provocati dalla cottura dei cibi e in particolare dei tanti grassi animali”.

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