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Elezioni presidenziali in Romania - risultati e qualche riflessione

Qualcuno se n’è accorto in Italia?

di Emanuele G. - martedì 4 novembre 2014 - 2229 letture

Uno degli aspetti più inquietanti dell’Europa di oggi è la generale indifferenza fra gli stessi europei. Non ci sentiamo, invero, appartenenti ad un medesimo progetto politico teso all’unità del vecchio continente. Rimaniamo a casa nostra e ciò che succede al di là del portone non ci interessa in nessun modo. Tale fatto rimarca - in maniera lampante - il fallimento stesso del processo di integrazione europea. Si è troppo puntato sul versante economico tralasciando quello sicuramente più pregnante e fondamentale dell’identità stessa del cittadino europeo. "Povero Altiero Spinelli!" verrebbe da gridare.

Generale indifferenza che ha coinvolto - c’era da prevederlo - le elezioni presidenziali che si sono tenute in Romania domenica scorsa. Sono passate sotto silenzio in una maniera piuttosto scandalosa. Qualche notizia qui e là. Per il resto tabula rasa. Eppure le elezioni di ciascun paese appartenente all’Unione Europea è una modalità per conoscere come si evolverà nel futuro la stessa Unione Europea. Apparteniamo o non apparteniamo a una casa in comune? Questo è il quesito che noi tutti europei dovremmo porci.

I seggi elettorali si erano aperti alle 7 del mattino. Non solo in Romania, ma anche in altri stati europei ed extra-europei. La percentuale di votanti è stata poco superiore al 50 % (per la precisione il 52,56 %) a dimostrazione di una disaffezione dei romeni nei confronti di una politica spesso collegata a estesi fenomeni di corruzione. All’estero si sono recati alle urne più di 150.000 romeni. La metà dei quali in Italia. Un pò ovunque all’estero di sono verificate resse a causa della massiccia affluenza - dato in controtendenza rispetto alla madrepatria - e della disorganizzazione.

I risultati espressi ci portano direttamente al ballottaggio del 16 novembre in quanto nessuno dei candidati è riuscito a superare al primo turno il 50 % più uno delle preferenze. Pertanto, si affronteranno l’attuale Premier romeno Victor Ponta e il Sindaco di Sibiu Klaus Johannis. Il primo ha raggiunto il 40,33 % dei suffragi, mentre il secondo il 30,44. Gli altri candidati hanno ottenuto scarsissime performance. Nel dettaglio: Calin Tariceanu il 5,83 %, Elena Udrea il 5.17 %, Monica Luisa Macovei il 4,65 %, Kelemen Hunor il 3,87 %, Dan Diaconescu il 3,84 %, Corneliu Vadim Tudor il 3,71 %, Teodor Meleșcanu l’1,17 % e Silagy Zsolt lo 0,63 %.

Sia Victor Ponta (espressione del centro-sinistra) che Klaus Johannis (centro-destra) sono personalità politiche piuttosto "chiacchierate". Victor Ponta nel corso del 2012 intraprese una più che accesa diatriba con il Presidente uscente Traian Basescu che portò la Romania sull’orlo del caos. Ma non è questo che interessa precipuamente. L’attuale Premier è un ex-giudice accusato di aver istigato nel 2002 al suicido un suo preposto. Il PM Christian Panait. Al contrario, Klaus Johannis espressione della minoranza tedesca romena è indagato dal 2009 per abuso di ufficio e conflitto di interessi in quanto ha svolto nello stesso tempo il ruolo di Sindaco di Sibiu e di Presidente di diverse società. Klaus Johannis ha vinto il giudizio di primo grado e si è in attesa della sentenza di appello.

La campagna elettorale è stata molto tesa. Prima di tutto, perché la Romania registra una fase economica di stagnazione. Ha oramai accumulato due trimestri di recessione. Mentre avrebbe bisogno di tutto fuorché di attraversare una fase recessiva. In secondo luogo, la corruzione che negli ultimi tempi ha registrato casi eclatanti di ex ministri e parlamentari finiti in carcere con pesanti accuse. Infine, con Victor Ponta e Klaus Johannis si scontrano due visioni della Romania. L’attuale Premier vorrebbe una Romania più vicina a Russia, Cina e Turchia. Tutto l’opposto di Klaus Johannis - accusato di essere il cavallo di troia di Angela Merkel in Romania - ambirebbe a portare la Romania nella sfera di influenza della Germania.

Come finirà? Le elezioni presidenziali in Romania sembrano ripercorrere un canovaccio già sperimentato i naltri paesi europei. O si sta con la Germania oppure si cercano punti di equilibrio geopolitici accordandosi con altri paesi. A ben guardare si è notata l’assenza dell’Unione Europe e dell’Europa "tout court" nel dibattito elettivo di queste ultime settimane. Quando l’Europa diverrà il centro dell’interesse di noi tutti europei?


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