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EMERGENCY-OPEN ARMS: 75 persone in mare, ancora 188 persone a bordo

“PER TUTELARE LA SALUTE E LA SICUREZZA DI NAUFRAGHI ED EQUIPAGGIO A BORDO DELLE NAVI UMANITARIE È NECESSARIO UN SISTEMA DI RICERCA E SOCCORSO STRUTTURATO E PROTOCOLLI DI SBARCO IN LINEA CON CIÒ CHE PREVEDONO LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI”

di Redazione - giovedì 17 settembre 2020 - 2186 letture

Durante la nuova missione di Open Arms, la numero 76, abbiamo effettuato il soccorso di 276 persone, in tre differenti operazioni, due delle quali in acque maltesi.

Le persone soccorse presentano condizioni di estrema vulnerabilità. Un gruppo, proveniente dalla terza imbarcazione che abbiamo assistito, si trovava da 3 giorni alla deriva senza cibo né acqua: secondo lo staff medico di EMERGENCY a bordo alcune delle persone salvate presentano ustioni di terzo grado, problemi di salute e sintomi da stress post traumatico dovuti alla violenza o agli abusi che hanno subito nei paesi di origine e di transito, oltre che alla dura traversata in mare.

Il rifiuto reiterato da parte di Malta di assegnare un porto sicuro di sbarco e di evacuare i casi medici gravi e l’avvicinarsi di un forte temporale che rischiava di mettere a rischio la sicurezza dei naufraghi a bordo, ci ha obbligato a chiedere un punto di riparo in acque maltesi. Anche questa richiesta è stata negata senza una motivazione plausibile, cosa che ci ha costretti ieri a richiedere un riparo in acque italiane dopo 7 giorni in mare.

Tutte le persone che soccorriamo fuggono da contesti di violenza nei propri paesi di origine e rischiano la vita in mare in cerca di un futuro migliore per loro e per le proprie famiglie. Quello che vogliono è costruirsi un futuro in paesi democratici dove possano vivere in pace e sicurezza. I loro diritti umani sono stati già ripetutamente violati, la loro vita e quella dei loro cari è stata già minacciata, i traumi che hanno subito sono terribili. Per questo è necessario e urgente che vengano messi a punto protocolli di ricerca e soccorso strutturali e che le autorità competenti proteggano e difendano la loro integrità fisica e psichica e garantiscano loro l’approdo in un porto sicuro come previsto dalle Convenzioni internazionali, dal diritto del mare, e dalle nostre Costituzioni democratiche.

Questa mattina, mentre attendevamo istruzioni sulle modalità di sbarco davanti al porto di Palermo, 75 persone si sono gettate in acqua nel tentativo di raggiungere la costa a nuoto. Ora sono tutte in salvo, recuperate dalla Guardia Costiera italiana. Restano sulla nostra nave 188 persone, tra cui donne e ragazzi, nonché due bambini piccoli.

Attendiamo di sapere quando e come potranno raggiungere terra.

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