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E dopo Bernardo Provenzano?

Dopo l’anziano patriarca di Cosa Nostra, data per imminente la fine della sua carriera mafiosa, chi gli succederà? Il "chi è chi" della cupola: da Messina Denaro a Lo Piccolo, da Falsone a Di Gati.

di Cesare Piccitto - martedì 16 maggio 2006 - 70839 letture

Tommaso Buscetta pentito storico della mafia siciliana diceva, in un intervista rilasciata a Saverio Lodato nel 1999, sul capo dei capi Bernardo Provenzano: << Con il ritorno della moglie e dei figli a Corleone anni fa, fece credere di essere morto mentre era vivo. Partecipando alle riunioni della “commissione”, aveva sempre la riserva mentale sulle decisioni finali. Oggi sarebbe malato, mentre credo sia vivo e vegeto, tanto da poter allungare i suoi tentacoli sulle cose siciliane. Un malato potrebbe dirigere gli appalti, come proverebbero le sue lettere, e contemporaneamente restare tanto nascosto da essere diventato invisibile a tutti? >> . Volendo prender per buona l’ipotesi di un Provenzano ormai alla fine della sua carriera criminale, per la stanchezza di tanti anni di latitanza e per uno stato di salute precario, chi della ramificata “Cosa Nostra” potrebbe succedergli un giorno o l’altro? Bernardo Provenzano oggi ha 72 anni, 40 dei quali trascorsi in latitanza. Il tempo, sicuramente, lavora contro l’ultimo capo di Cosa nostra nato a Corleone. Con lui tramonta una dinastia mafiosa, ma i quarantenni già scalpitano. Sono quattro i possibili successori da tenere d’occhio perché hanno la biografia giusta per continuare la tragica serie.

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Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro Nato il 26/04/1962 a Castelvetrano (TP). Ricercato: Dal 1993, per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplodente, furto e altro; nel 1994 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.

Matteo è uno che ci sa fare con le donne. Ama le auto veloci, gli orologi Rolex e foulard. Matteo però non ama le foto, e questo è bene saperlo. L’ultima risale a una ventina d’anni fa: mostra un giovane con il volto affilato, gli occhiali a goccia, l’aria tenebrosa. Suo padre Francesco, alleato dei corleonesi, ha riorganizzato e dominato le mafia di Trapani. In vecchiaia, anche lui fu costretto alla latitanza. Ma quando morì, nel 1998 a 78 anni, la polizia ritrovò il suo cadavere, vestito di tutto punto, composto e disteso sulla nuda terra, in quelle campagne dove era voluto tornare da morto. Già allora, Matteo ricercato da cinque anni, era un cavallo di razza: stirpe illustre, buoni insegnamenti, si è sempre distinto per ferocia e spietatezza, sintesi fra tradizione e modernità. Perché sotto l’aspetto da gentleman, nasconde una tempra d’acciaio. Ha 43 anni, ma da tempo è indicato come il futuro di Cosa Nostra.

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Sandro Lo Piccolo

Sandro Lo Piccolo Nato a Palermo il 16/02/1975 Ricercato: Dal 1998 per omicidio e altro e dal 2001 per associazione mafiosa, estorsione; deve scontare un ergastolo; dal 2000 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.

Sandro Lo Piccolo, trentenne, nato e cresciuto a Palermo, borgata di San Lorenzo cuore palpitante di Cosa Nostra. E’ il figlio scapestrato e viziato di Salvatore, accanito fumatore (tanto che il suo quartiere generale era in una tabaccheria di Sferracavallo) e fama di dongiovanni. Per esser uno di trent’anni ha già il suo buon curriculum: una condanna all’ergastolo per due omicidi e sei anni di latitanza. Ma alla latitanza è avvezzo fin da bambino, avendo un padre ricercato da venticinque anni. Dal padre ha ereditato la facilità a innamorarsi: avventure galanti, discoteche e locali. Ma per non sfigurare, deve vestir bene. Perfino a Palermo, però non è semplice per un ricercato andare a fare shopping per le vie del centro. Così Lo Piccolo incaricava un suo soldato. Tonino Lo Brano partiva dallo Zen, il quartiere popolare alla periferia della città, diretto verso il centro: in tasca aveva migliaia di euro, entrava nei migliori negozi e comprava giacche, pantaloni, camicie. Fin quando qualche poliziotto che lo teneva d’occhio, si accorse che il giovanotto non provava i capi, anzi chiedeva taglie diverse dalla sua.

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Giuseppe Falsone

Giuseppe Falsone Nato il 28/08/1970 a Campobello di Licata (AG) Ricercato: Dal 1999 per associazione mafiosa, omicidio e traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Quando era un ragazzo e viveva ancora a Campobello di Licata, paese di vigne e serre in provincia di Agrigento, Giuseppe Falsone montava sul suo cavallo purosangue e attraversava strade e piazze. Si fermava davanti al suo bar preferito, legava la cavezza a un palo ed entrava per un caffè, come un pistolero da film western. Quel cavallo, tra le auto e i motorini smarmittati, era un segno di potenza: Giuseppe infatti era il figlio di Vincenzo, da sempre il boss di Campobello. A quei tempi, Giuseppe Falsone viveva come un principe: riverito con un’aria da bel moschettiere che faceva impazzire le ragazze. Nel 1991, quando gli stiddari uccisero suo padre Vincenzo e suo fratello angelo, Giuseppe si ritrovò a rimettere insieme le fila della sua cosca. Aveva appena 21 anni, ma già una condanna per traffico di droga e omicidio. Si è fatto le ossa in fretta, ed è subito diventato importante. Da sei anni è ricercato. Uno come lui, che viene da una famiglia di tradizione mafiose, aspira naturalmente a essere il capo di Cosa Nostra in provincia di Agrigento. Dalla sua può vantare un buon rapporto con Bernardo Provenzano e per questo ha tentato di “invalidare” l’elezione del suo alleato-avversario Maurizio Di Gati di Racalmuto. Falsone resta alla macchia, usando amici e parenti per organizzare i suoi affari. Come molti giovani boss, ha capito che le donne possono esser valide alleate. E di più di una volta ha mandato sua sorella Maria Carmela, con la borsetta piena di messaggi scritti (i pizzini che Provenzano usa per comunicare) a contattare gente e a dare ordini, fin quando la ragazza non è stata arrestata.

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Maurizio Di Gati

Maurizio Di Gati Nato il 7/10/1966 a Racalmuto (AG) Ricercato: Dal 1999 per omicidio e associazione mafiosa, truffa e altro; dal 2000 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estraddizionali

Aveva cominciato poco più che bambino come apprendista nel salone da barba nella piazza di Racalmuto. La sera, come tanti altri ragazzi del suo paese, frequentava i bar del corso. Racalmuto, a venti chilometri da Agrigento, era a quei tempi un paese di mafia tranquillo: un vecchio capo bastone teneva a bada, senza troppo fatica, un pugno di uomini d’onore quasi in disarmo. Da tempo Racalmuto non era più nelle cronache nere, semmai compariva nelle pagine culturali per esser il paese dello scrittore Leonardo Sciascia. Clamorosamente, un giorno del 1991 venne freddato il vecchio boss che girava disarmato e solo, sicuro di sé. Nel silenzio erano cresciuti i picciotti della Stidda, una fazione dissidente di Cosa Nostra che voleva imporsi a colpi di pistola. Da quel momento nulla fu più come prima. E nel mese di luglio del 1991, cambiò anche la vita dell’apprendista barbiere. Una sera d’estate, con la gente in piazza, i killer della Stidda arrivarono in auto: balzarono giù, le pistole in mano e fecero carneficina. A terra restarono quattro persone. Tra i morti: Diego Di Gati, 36 anni, fratello maggiore di Maurizio. Dopo la mattanza diventò un uomo d’onore per vendicare il fratello. Aveva 25 anni: Il barbiere diventò un boss. Cosa Nostra sconfisse i nemici. E i giovani che si erano fatti valere in quel conflitto fecero carriera. Maurizio Di Gati, latitante dal 1999 diventerà presto una stella nel firmamento delle cosche. Gli investigatori lo hanno capito la sera del 14 luglio 2002, dopo aver fatto irruzione in una masseria di Santa Margherita Belice. Trovano e arrestano quindici persone, compreso un medico analista, consigliere provinciale di Forza Italia: era un summit di mafia per decidere il nuovo capo di Cosa Nostra della provincia di Agrigento. La scelta, a quanto pare, è caduta su Di Gati, che prudentemente si è tenuto alla larga dalla masseria.

Buscetta, nella stessa intervista a Lodato, è molto scettico sulla fine del fenomeno mafioso. Ritiene anzi che “la mafia ha vinto”, riuscendo a ricostruirsi al suo interno ed ad accumulare nuove ricchezze, nonostante la valida attività di contrasto delle forze dell’ordine. Non nasconde il timore che è ben lontana la fine di Cosa Nostra, tanto da non riuscire a prevederne o ipotizzarne nemmeno la possibilità: << La mafia futura sarà la mafia degli eredi. Le persone che non si sono pentite, e sono tante, hanno lasciato in eredità soldi e principi. Ma non vi dice le dice nulla il silenzio di gente stracarica di ergastoli che continua a rispondere no ai tentativi dei giudici di svelare almeno alcuni dei loro segreti? Non volersi pentire, oggi, nel 2000, è una dimostrazione palese: è il segnale per chi sta fuori. Significa: continuate. Resistete ma continuate. Se tu, Tano Badalamenti, non ti penti, dopo essere stato condannato in America - non in Italia, che fa sempre qualche differenza - a quarantacinque anni di carcere, la spiegazione non può essere solo l’orgoglio del vecchio padrino. Una volta si poteva capire: l’unico pentito mafioso ero io. Ma oggi non è più così. In un modo o nell’altro, il mio esempio è stato seguito. Nonostante tutto, credo di poter capire perché Badalamenti non si pente: Ha due figli liberi e ricchi. Forse si rende conto che il suo silenzio può servire ad ammorbidire le cose. >>


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> E dopo Bernardo Provenzano?
25 maggio 2005

Ci sono mafiosi a destra e a sinistra unica cosa in comune, sono siciliani
    > la mafia è siciliana,la finanza mafiosa è lombarda
    10 giugno 2005, di : aldo

    La Sicilia conta più di 5 milioni di abitanti che lavorano onestamente al proprio paese altri 10 milione di origine siciliana sono sparsi per il mondo sempre lavorando onestamente,però la Sicilia viene dipinta sempre come la patria della mafia.
    > Mafia=Stato,non Sicilia!
    9 luglio 2005, di : Gaetano

    La mafia esisterà sempre.. non importa se a capo ci sarà binnu o di gati..il problema sono le istituzioni,lo stato,non i siciliani...è ormai un fenomeno troppo radicato per essere sconfitto..comunque mi trovo d’accordo con buscetta:la mafia,purtroppo non è al capolinea,tutt’altro...
    > cazzate
    24 agosto 2005

    e vero che la mafia o come oggi si puo chiamare " politica" sta sia a destra che a sinistra, ma sono cazzate che la cosa che gli accomuna e che sono siciliani.per caso berlusconi ti sembra siciliano?
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    11 aprile 2006

    sono siciliani si ma lavorano per conto ed insieme a romani , milanesi , valdostani, emiliani , marocchini, tedescchi .............delinquenti come loro .....i soldi non puzzano e nessuna regione può vantare l’assenza di criminalità indigena.... Vallanzasca Cavallero La mafia del Brenta di Maniero .... I criminali sono ovunque.......... e in genere non sono di sinistra
    Si riaprirà la stagione delle lotte senza quartiere
    11 aprile 2006, di : Salvatore

    A tutti è noto che dire che la mafia ha le proprie origini in Sicilia è un fattore comodo e serve soprattutto a celare gli sporchi affari di Palazzo Chigi in Italia. Vero è che le sue origini partono dalla Sicilia, ma come una grande holding, ha seguito anche essa la legge del mercato globalizzato, estendendosi in tutto il mondo. Il problema ora è che, per sostituire il boss dei boss, si apriranno dei bandi di concorso a suon di colpi di arma da fuoco... a meno che una mente come quella di Provenzano, non abbia già pensato ad un degno successore... ma se ciò non fosse vero? Bhè allora è proprio dalla Sicilia che occorrerà mobilitarsi per evitare che si verifichino spargimenti di sangue di persone innocenti.
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    11 aprile 2006, di : djando

    non’è vero ci sono anche calabresi, napoletani e puglesi e sono tanti
    "BASTARDO"
    12 aprile 2006, di : IlCiccio86

    Solo uno stronzo di 1° categoria può scrivere una cosa del genere, la malavita è ovunque e se la mia terra ha la sfortuna di trovarsi sotto il suo giogo nn è x colpa del suo popolo ma a causa della latitanza dello Stato che anzi nelle sue forme politiche (soprattutto di destra)spesso copre e favorisce la mafia. I siciliani lottano, hanno lottato e lotteranno sempre contro il cancro che li divora e una dimostrazione sono le centinaia di persone che ieri erano con me a gridare "BASTARDO" a quell’animale di Provenzano. E se non basta ricodate quanti siciliani hanno perso la vita x riscattare la mia terra.
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    13 aprile 2006, di : BOSSI

    sarebbe proprio un’ottima soluzione!
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    14 aprile 2006, di : andidufresne

    Non basta avere la lupara in spalla,essere latitante ed avere la coppola per venire etichettato come mafioso...ma guardando i film sull’uccisione di peppinio Impastato e di don Puglisi mi sono fatto l’idea di quante casalinghe,studenti e operai ragionano con metodi peggiori dei mafiosi...la Sicilia è piena di cento,mille aspiranti Provenzano
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    20 aprile 2006, di : carmy

    di mafiosi oltre a bernardo provenzano ce ne sono a centinaia e nn sono tutti siciliani......tutti voi del nord pensate ke la mafia sia solo in sicilia o ke i mafiosi siano siciliani....NN è VERO!!!! la mafia sta ovunque e i mafiosi nn sono solo siciliani....io amo la mia terrà(sicilia) io lotto contro i mafiosi e a gridare bastardo eravamo in centinaia.....la mia terra la terra dei siciliani sta cercando di liberarsi dalla morsa della mafia ma è difficile visto la poka kollabborazione delle signorie illustrisseme del governo...diciamolo kiaramente...di noi i politici se ne sbattono le palle!!!!!!
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    18 maggio 2006, di : SDM

    ma che spacchio dici mbare, sono siciliano e di certo non un mafioso, come non lo è la mia famiglia o le famiglie dei miei amici, semplicemente il fenomeno della mafia siciliana ha fatto piu voce rispetto alle altre mafia presenti nel resto del mondo e se essere siciliano significa essere un mafioso, x Dio lodato sono fiero di essere Siciliano. razzista di merda che non sei altro, vieni in sicilia e dillo in pubblico quello che hai scritto, tranquillo....non ti alziamo mani, a differenza tua siamo intelligenti, ci basta ragionare senza parlare a vuoto!
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    27 maggio 2006, di : Banco di Lodi

    SOLO SICILIANI? ANCORA CON ’STA STORIA...
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    10 dicembre 2006, di : ana

    ti espero...
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    17 gennaio 2007

    meglio la mafia della sicilia che i crimini orrendi del ’’vergine’’ nord italia
> E dopo Bernardo Provenzano?
26 maggio 2005, di : Piero Buscemi

Ben tornato Cesare. Ottimo articolo.
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    26 maggio 2005, di : Cesare

    Non me ne sono mai andato, bensì mi sono allontanato dal coordinamento redazionale... Tu conosci i motivi. Grazie per il complimento, troppo buono ;-)
> E dopo Bernardo Provenzano?
21 settembre 2005, di : carletto

il problema sono i siciliani perché loro creano la mafia ma quali onesti lavoratori? ci sono almeno 500.000 contigui con la mafia che è più vecchia dello stato italiano, la sicilia non si civilizzerà mai!
    > per cesare
    28 settembre 2005, di : alex

    cesare tu dici questo è mafioso, quello no, la mafia si schiera e si schiererà sempre con quelli al potere che siano di destra o di sinistra.
    > A carletto
    17 ottobre 2005

    Carletto,dal nome non dovresti essere siciliano,sai perchè in sicilia i nomi ricorrenti sono,salvatore,giuseppe,alfio,giovanni, mafioso,mafioso,mafioso. Ma che c...zo,dici,che c..zo,parli invece di vomitare c.zz..e fai qual cosa prima che ti si atrofizzi il cervello
    Il problema non siamo i siciliani
    31 ottobre 2005, di : Angela Allegria

    No, non sono i siciliani il problema della mafia. Loro l’hanno creata, ma credi veramente che nel tuo paese la mafia non esista? Guardati intorno e rifletti. Poi datti una risposta, ma una risposta sincera.
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    11 aprile 2006

    mi fai pena e ribrezzo
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    11 aprile 2006

    ma quante minchiate riuscite a dire? accendete il cervello prima di esprimere pareri, bestie.
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    11 aprile 2006

    non sai neanche come e fatta la sicilia e tu mi parli di civilitizazione.ascoltami cambia mestiere.e ti ricorco che noi siamo signori.dopo la cattura di provenzano nn credere che sia finita....si incomincia solamente.
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    11 aprile 2006

    non ho letto cosa hai scritto..rinvialo
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    12 aprile 2006, di : apache

    io sono Trentino, ma mi vien RABBIA leggendo quanto scritto da Carletto.

    La mafia è un fenomeno strettamente legato alla Sicilia per via della cultura e capacità degli stessi esponenti mafiosi di poter all’interno del loro territorio continuare a proliferare e sopravvivere, ma le ramificazioni di questa struttura hanno i vertici al di fuori del territorio Sicilia. QUINDI è BENE DISTINGUERE LE PERSONE ONESTE OPPRESSE DA 2 FATTORI LA MAFIA STESSA E L’IGNORANZA DI CHI COME TE DICE CHE TUTTI I SICILIANI SONO UGUALI. QUESTA E’ MANCANZA DI RISPETTO SOPRATTUTTO PER LE MIGLIAIA DI VITTIME CHE SONO STATE FATTE DA QUESTA ORGANIZZAZIONE NEL CORSO DELLA STORIA..... SPESSO LAVORATORI ONESTI AL SERVIZIO DI UNO STATO CHE GLI HA LASCIATI AL LORO DESTINO (VEDI FALCONE E BORSELLINO)

    > E dopo Bernardo Provenzano?
    12 aprile 2006

    Franco :

    Se la Sicilia fosse indipendente, con solo le sue materie prime avrebbe abastanza denaro da sciacquarsi le budella. E se la Sicilia fosse da sola, tu Carletto, e altri del nord, a chiscarichereste tutte le vostre disgrazie ! Se non esistessero politici che sventolano mazzette non ci sarebbero lupi negli ovili ! Sparacaz...te !

    viva provenzano e tutti gli affiliati con rispetto e onore
    13 aprile 2006

    i siciliani sono uomini d’ onore che portano rispetto.perchè parlate di provenzano guardate gli sbirri, giudici, politici, finanzieri che ci sono di mezzo. lasciate stare il boss, ci è nato cosi ma no la polizia e compagnia bella a loro non gli basta il loro stipendio perchè sono i primi a prendere soldi dalla mafia.
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    14 aprile 2006, di : daniela

    io penso proprio che sei un coglione razzista carletto.la mafia è ovunque! noi siamo fieri di essere siciliani onesti, e ricordati che siamo in tanti, non dimenticare che falcone e borsellino erano siciliani.
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    14 aprile 2006, di : giuliano risorto

    per sconfiggere la mafia, lo stato deve smetterla di patteggiare cn loro. le forze dell’ordine lo sanno dv sn i boss, che cosa fanno ecc.. e non li toccano. se questi signori facessero veramente il loro dovere molte cose sarebbero andate diversamente dal 48 a oggi. iniziò tutto da Salvatore Giuliano. e gli sbirri pur di prenderlo chiesero il favore a dei mafiosi del trapanese. quindi smettete di dare la colpa ai siciliani. una volta esisteva un ideale di libertà, di autonomia, di indipendenza, che è stato ucciso dagli stessi mafiosi per l’avidità, per i soldi che entravano cn la DC e tutto il resto. in conclusione: Politica,Mafia,Stato = merda! guardatevi bene da chi rappresenta una delle cariche sopraccitate.
    x carletto
    15 aprile 2006, di : IO

    il problema sei tu testa di cazzo,nn dimenticare ke falcone e borsellino ke erano siciliani sn stati quelli ke hanno quasi sgominato cosa nostra e nn qulli ke l’hanno creata.dovevi essere tu a morire al posto loro COGLIONE
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    18 aprile 2006, di : accursio.e.chiara

    solo un vero testa di cazzo doc. come carletto che non sa che cosa può significare la parola mafia può dire certe stronzate. sai quasi sono contento che ci consideri mafiosi così almeno la nostra bella terra eviterà di essere attraversata da gente di merda come te...(ma penso che sei una razza in via d’estinsione dato che le persone senza cervello muoiono).
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    2 maggio 2006

    Ma che stai dicendo,non puoi permetterti di parlare dei siciliani in questo modo:L’IGNORANZA É UNA BRUTTA BESTIA!!Documentati prima di scrivere cose senza senso!
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    5 agosto 2006

    La civilta’ e’ una congiura. La legge e’ un regime.
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    2 ottobre 2006

    Hai proprio ragione! I siciliani non si civilizzeranno mai....anche perchè di ignoranti come te in Italia ce ne sono fin troppi!!!! Per non parlare più così ti basterebbe vivere per qualche mese in Sicilia, ed avere a che fare con enti pubblici ed organi statali che sono più corrotti di Giulio A........ci siamo capiti, e provare a tirare avanti una famiglia con stipendi fatiscenti è davvero dura. Prova e capirai. Firmato un SICILIANO emigrato al Nord
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    13 gennaio 2007

    caro carletto ma ke dici te dalla vita nn c hai capiti un .....
    > E dopo Bernardo Provenzano?
    28 marzo 2007, di : ivan

    sei soltanto una grandissima testa di cazzo vieni in sicilia e vedi cosa ti facciamo stronzo firmato palermo
E dopo Bernardo Provenzano?
11 aprile 2006, di : Giorgio

sicuramente un’altro medico siciliano dell’UDC illustre...Santoro docet
    E dopo Bernardo Provenzano?
    11 aprile 2006

    io medico nooooo.....tu scemo siiiiiiiii
    E dopo Bernardo Provenzano?
    11 aprile 2006, di : -C-

    io vengo da una città dove cade un clan e ne sorge un altro la mafia si combatte con la mente,e poi parlo a quelli del nord che dicono che solo al sud c e la mafia guardatevi in torno e vedete gli albanesi che fanno
    E dopo Bernardo Provenzano?
    12 aprile 2006

    Franco:

    Come sai etichettare bene Giorgio, lavori per caso in un supermercato? Voi del nord cercate di guardare senza binocoli (sempre in direzione Sicilia), perche i Balkani vi stanno fregando le mutande !!!

E dopo Bernardo Provenzano?
11 aprile 2006

è evidente che è stato preso perchè ormai dal mio punto di vista era ormai in fase fortemente discendente.e come tutte le cose terrene anche lui ha avuto il suo tempo.le istituzioni pensano che abbiamo tutti l anello al naso e la sveglia al collo pensando che non ce ne siamo accorti.il successore sarà sicuramente uno all altezza di gestire gli enormi affari di mafia.e poi voi lo scrivevate già un anno fa che era da ritenersi imminente la fine di provenzano.oggi è stato preso perchè non serviva più e lo stato ogni tanto ha bisogno di dimostrare qualcosa.
    E dopo Bernardo Provenzano?
    12 aprile 2006

    la mafia non è sicilia e la sicilia non è mafia. mafia è silenzio, mafia sono interessi, sono soldi, appoggi, legami. Provenzano è vecchio, malato, ha fatto il suo tempo, i suoi giochi, probabilmente si è già organizzato da tempo, per lasciare le cose in ordine e con un nuovo giovane intraprendente "uomo d’onore", e lasciarsi prendere. il suo arresto è un momento molto importante: è l’inizio della fine.
E dopo Bernardo Provenzano?
12 aprile 2006, di : Cristiano

Penso che farsi arrestare sia per un capo di Cosa Nostra, il modo più semplice e più comodo di finire la propria vita tranquillamente e a spese dello stato.Penso che questi individui non se la cavino poi tanto male anche in carcere,no?

Trovo vegognoso affermare che Mafia=Sicilia. Pur avendo le sue origini italiane in Sicilia, la Mafia è cresciuta notevolmente dopo la stagione stragista passando da organizzazione territoriale ad associazione Politico/istituzionale capace di infiltrarsi in importanti organi amministrativi e politici, e quindi di operare sia a livello nazionale che a livello internazionale. Quindi concludo dicendo che la Mafia in quanto organizzazione criminale, è fortemente ed inevitabilmente legata al potere politico ed economico, mentre perde i caratteri territoriali che la contraddistinguevano alla nascita.

    E dopo Bernardo Provenzano?
    12 aprile 2006, di : Bill

    attenzione la mafia ormai non conta + come prima,non è + la numero 1 a comandare...ma è l’andrangheta al primo posto!!vi dice qualcosa questo nome:morabito??
    VORREI ESSERE UN AFFILIATO
    13 aprile 2006

    hai ragione è la calabria la piu potente ma sai perche perchè in calabria non ci sono pentiti e tutti si fanno gli affari loro.MA PRIMA CHE USCISSE LA LEGGE DEI PENTITI LA MAFIA SICILIANA ERA L’ ORGANIZZAZIONE PIU POTENTE DEL MONDO.
Un libro su Provenzano
14 aprile 2006 |||||| Sito Web: rubbettino.it

Per saperne di più su Provenzano, vi suggerisco di legger il libro appena pubblicato da Rubbettino Bernardo Provenzano. Il ragioniere di Cosa nostra Per ulteriori informazioni visitate il sito
SVEGLIAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!
22 aprile 2006, di : Marisa72

QUESTO E’ PROVENZANO COME E’ SADDAM HUSSEIM QUELLO PRESO DAGLI AMERICANI. E SE ANCO FOSSE PROVENZANO, QUESTO VECCHIETTO E’ DELINQUENTE QUANTO LO ERA IL POVERO ENZO TORTORA. MAFIA E’ POTERE, E IL PRIMO POTERE IN QUESTO PAESE DI MERDA E’ PROPRIO LA GIUSTIZIA. CERCATELO LI’ IL SUCCESSORE!
E dopo Bernardo Provenzano?
26 aprile 2006, di : mafiario91

ci sono tanti boss in grado di far andare avanti la mafia..la mafia deve esistere xkè i bastardi devono muorire..
    E dopo Bernardo Provenzano?
    28 aprile 2006, di : ALESSIO

    LA GIUSTIZIA NON PERDONA MAI. LA MAFIA NEANCHE.

    GIUSTIZIA = MAFIA .

    LIBERIAMOCI DI TUTTI E DUE. HANNO ROTTO.

E dopo Bernardo Provenzano?
12 maggio 2006, di : ColdWrite

La mafia nasce (guarda caso) con l’unità d’Italia e prospera dopo lo sbarco alleato del ’43 (molti mafiosi furono messi a capo delle amministrazioni comunali, tipo talebani in Afghanistan). La strage di Portella della Ginestra, nonché i tentativi della Dc di assecondare la mafia anziché contrastarla dimostrano le connivenze (e collusioni) dello Stato con la criminalità. Avete presente i romanzi di Leonardo Sciascia? Sono gialli senza soluzione perché, in Sicilia, lo Stato non può sconfiggere la mafia perché è esso stesso mafia. Eliminare la mafia, sosteneva il buon Leonardo, equivaleva a dire porre fine al sistema di potere politico che per 50 anni ci ha governato. Ora, la prima repubblica è caduta, ma la mafia continua ad avere i suoi referenti politici. C’è chi sostiene che la Dc, nel suo ruolo di referente, sia stata soppiantata da un partito ad hoc cresciuto velocemente e con successo... Io penso che il dovere di combattere la mafia spetti innanzitutto ai siciliani (non foss’altro perché ce la troviamo sotto casa) sebbene sull’origine e prosperità della mafia pesino soprattutto indubbie responsabilità dello Stato nazionale. Fino ad oggi di sconfiggere la mafia si son preoccupati soltanto i siciliani (a parte il povero generale Dalla Chiesa). Come Camilleri, anch’io sono tra quei siciliani che attendono dalla Nazione un risarcimento o per lo meno rispetto. Perché è davvero squallido che al danno si debbano sopportare anche le vostre beffe.

p.s. - Fanno dei film carini sulla mafia, ma se volete farvi un’opinione meno infantile e ridicola sulla mafia, leggete un po’ di più.

    E dopo Bernardo Provenzano?
    6 gennaio 2007, di : Gigi

    Ma perchè non leggete tutti quanti un po di più? Vi consiglio il libro del dottor Falcone "Cose di Cosa Nostra" per far capire a tutti voi (siciliani e non) che della mafia(intesa in questo caso come Cosa Nostra) non avete capito un ficco secco. La "mafia" in Italia c’è solo in qualche regione del sud. Quelli che dicono che la mafia è anche al nord nn hanno capito che sono mafiosi siciliani o calabresi(etc.) che hanno espanso il loro raggio d’azione anche al nord. Ma per Cosa Nostra(volgarmente definita mafia) si intende un "organizzazione criminale" unica e unitaria. Io che vivo in Sardegna non ho mafia intorno. Criminalità si ma mafia no. Nessuno qua viene a chiedere il pizzo nei negozi, e l’omertà esiste ma solo nella parte centrale della mia regione ed è comunque diversa da quella che c’è in Sicilia o in altre regioni.D’altro canto e’ assolutamente sbagliato dire che Mafia=Sicilia, ma è altrettanto sbagliato dire che Mafia=Nazione, nonostante il raggio d’azione della mafia si è espanso a livello (inter)nazionale . E’ vero anche che politica e mafia vadano ormai di pari passo(vedi Be.......i e A.......i tra gli esempi più illustri). Nonostante questo (ribadisco) è sbagliato ’condannare’ milioni di siciliani onesti come mafiosi.

    Per quanto riguarda la successione di Provenzano ritengo che, dopo aver dimostrato (parlo dei mafiosi) di non essere assolutamente degli sprovveduti, non avranno aspettato di certo la cattura del boss per eleggere un nuovo capo. Questo è confermato anche dal fatto che non è sorta una nuova guerra di mafia.

E dopo Bernardo Provenzano?
18 aprile 2007, di : siciliana doc

odio la tv,i giornalisti che parlano sempre come se la mafia fosse solo in sicilia e tutto il resto d’italia invece ne è fuori. basta...siamo stanchi noi siciliani di essere etichettati in questo modo. la mafia esiste dappertutto,non c’è una regione che non abbia il suo lato oscuro! e poi secondo voi la vera mafia da dove nasce? dalla politica..semplice! del resto, lo stato italiano è il primo mafioso in assoluto,basti pensare a tutti i soldi che ci ruba a noi cittadini.
E dopo Bernardo Provenzano?
11 giugno 2007

Da quello che leggo in questo forum, vedo da una parte tanta ignoranza (intesa nel senso di ignorare una realtà, una situazione od un contesto) - che purtroppo molto spesso va a braccetto con la presunzione e l’arroganza - e dall’altra prese di posizione, a volte estreme, da un lato o dall’altro. Sono d’accordo che lo Stato è sempre stato praticamente assente (e voglio fermarmi qui) nell’affrontare il problema, ma anche noi siciliani forse dovremmo fare un piccolo esame di coscienza, chiedendoci quanto abbiamo fatto per sconfiggere la mafia, cosa nostra o come la vogliamo chiamare; noi non ci siamo mai mossi (e quei pochi che lo hanno fatto hanno perso la vita perché lasciati soli) in attesa che uno Stato assente intervenisse. E non sono neanche d’accordo con l’idea che la mafia nasca in Sicilia, poiché non è altro che un nome dato ad un sistema (peraltro efficiente ed organizzato) malavitoso presente praticamente dappertutto; a cambiare non è il fenomeno, ma il contesto in cui questo si manifesta. Vivendo al nord, ho avuto modo di sperimentare quanto appena esposto. Concludendo vorrei salutare tutti (anche chi non è siciliano), sottolineando che c’è ancora qualcosa di buono a questo mondo, e noi dovremmo tutti lottare affinché non si perda.