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Comunicazione, passato e solidarietà: tre sfide per l’Europa

Articolo pubblicato sul blog di VISION (Roma - Italia) in data odierna

di Emanuele G. - mercoledì 27 maggio 2015 - 1972 letture

Quanti problemi ha l’Unione Europea! Non passa giorno che la cronaca porti alla luce molteplici criticità. E’ come se ci fosse una scissione – evidente – fra gli ideali dei trattati e la loro applicazione giornaliera. Vediamo cosa è successo nell’ultimo periodo. Tre argomenti per altrettante sfide. Gli argomenti afferiscono a Polonia, Balcani e Immigrazione. Le sfide, invece, a comunicazione, passato e solidarietà.

POLONIA – Vincitore, contro ogni pronostico, del primo turno delle elezioni presidenziali è stato il leader populista Andrzej Duda. Una vittoria che pone molti interrogativi all’Unione Europea. Come può un paese relativamente florido, quale è la Polonia attuale, esprimere nell’urna scelte così estreme? Eppure la Polonia è stato uno dei paesi europei che ha saputo sfruttare al meglio i fondi comunitari. Il che ha reso questo paese una nazione che conta nello scacchiere continentale. Non per nulla l’attuale presidente del Consiglio Europeo è l’ex premier polacco Donald Tusk. L’Unione Europea che è fautrice di questo miracolo chiamato “Polonia” non è riuscita a far capire agli elettori polacchi quanto il loro benessere derivi proprio da essa. E’ un caso sintomatico di comunicazione. Anzi di incapacità a comunicare. L’incapacità a comunicare è una sfida epocale per l’Unione Europea. Se non riesce a trasmettere alle popolazioni europee quello che fa e i risultati ottenuti rischia un depotenziamento continuativo della medesima. Purtroppo senza una comunicazione efficace anche le idee più vincenti corrono il rischio di trovarsi in un “cul de sac”.

BALCANI – Il 7 aprile scorso il premier albanese Edi Rama nel corso di un’intervista congiunta con il ministro degli esteri kosovaro Hashim Taci ha ventilato la possibile unificazione dei due paesi. Ecco profilarsi all’orizzonte lo spettro della “Grande Albania”. Ossia il sogno mai sopito di riunire in un’unica entità statale tutti gli albanesi che vivono divisi fra Albania, Montenegro, Serbia, Kosovo, Macedonia e Grecia. La “Grande Albania” è un’idea nata nel 1878 grazie alla Lega di Prizen (o Pristina) per contrastare la Pace di Santo Stefano e il Congresso di Berlino. Due eventi di pacificazione nei Balcani molto avversi agli interessi albanesi. Nel contempo, in Macedonia stanno avvenendo dei rally molto forti fra il partito conservatore che esprime il premier e le opposizione. Il contendere ha varie origini: un regime poliziesco, la corruzione, elezioni truccate e la morte nel 2011 di un giovane le cui indagini sono insabbiate da parte del Governo. Inoltre, “gruppi terroristici” di presunta origine kossovara stanno effettuando delle azioni violente in territorio macedone. L’ultima qualche giorno fa a Kumanovo, nord del paese, causando 22 morti. Qui la sfida dell’Unione Europea è riuscire a sconfiggere ovunque i fantasmi del passato perché l’Europa ha un disperato bisogno di avvenire. Continuare a rimanere ancorati a vecchi schemi del passato può diventare un pericolo mortale per il processo di unificazione del nostro continente.

IMMIGRAZIONE – In una riunione straordinario del Consiglio d’Europa si decise che ogni paese europeo dovesse accettare sul proprio suolo una parte degli extra-comunitari che sbarcano nel sud Italia. Anche qui l’Europa non sta dando un bello spettacolo di sé. Molti paesi stanno rifiutando questa decisione per motivi di convenienza nazionale. Ma la convenienza nazionale non è l’esatto opposto del concetto di Unione Europea? Un’Unione Europea che è nata all’indomani della Seconda Guerra Mondiale per diffondere i valori della sussidiarietà e della solidarietà. Qui è in gioco il motivo stesso di fondazione del processo di unificazione europea se gli stati membri continuano a difendere gli interessi nazionali. Ciò potrebbe anche inficiare l’autorevolezza dell’Europa nel consesso globale poiché molti vedono nell’Europa un ostello di democrazia e libertà.

L’Europa senza solidarietà non ha senso. Oltre alla definizione del concetto di “cittadinanza europea” l’Unione Europea deve trovare una risposta efficace e plausibile a comunicazione, passato e immigrazione. Abbiamo bisogno di un’Unione Europea di fatti concreti e non di interminabili compromessi tendenti allo zero.

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