Come avviene la sorveglianza a livello comunitario dei bilanci dei singoli stati?
Un articolato quanto esaustivo saggio della Fondation Notre Europa fa luce su una tematica di stretta attualità
Finalmente qualcuno che fa chiarezza sui meccanismi di controllo dei bilanci statali da parte dell’Unione Europea. L’obiettivo è stato - infatti - raggiunto dal think tank Fondation Notre Europe fondato qualche anno fa dal compianto Tommaso Padoa Schioppa e dall’ex Presidente del Consiglio francese Jacques Delors. Si tratta di una pubblicazione agile e di neanche 18 pagine che permette anche chi non è addentro alle procedure comunitarie di comprendere in maniera facile le modalità con le quali l’Unione Europea sottopone a verifica i bilanci degli stati membri.
Il punto di partenza è il Patto per la Stabilità e la Crescita adottato dall’Unione Europea nel 1997. L’obiettivo di tale patto è chiaro. Rendere più stabile le politiche di bilancio di ogn istato aderente. Questo patto costituisce la base per ulteriori accordi presi nel periodo recente a livello comunitario. Mi riferisco il Patto di Stabilità del 2011 e il famigerato Fiscal Control del 2013. Una cosa tuttavia è certa. L’Unione Europea in riferimento ai bilanci statali non ha potere di veto tanto meno può modificarli.
Il punto centrale è consolidare i bilanci degli stati in modo da renderli sicuri e capaci di affrontare le drammatiche sfide che attendono il vecchio continente sia nel presente che nell’avvenire. Per fare questo si sono decisi tre parametri fondamentali:
a) Il deficit pubblico non deve eccedere il 3% del PIL;
b) Il debito pubblico non deve eccedere il 60% del Pil (in caso contrario il debito pubblico deve essere tagliato del 5% all’anno);
c) Il deficit strutturale non deve superare lo 0,50% del PIL.
In certi casi gli stati membri hanno adottato dei provvedimenti interni per soddisfare le esigenze comunitarie. In riferimento al Fiscal Compact tutti l’hanno adottato a parte Belgio, Estonia, Grecia, Malta e Slovacchia. Per quanto riguarda il pareggio di bilancio è stato recepito da Italia, Germania, Spagna e Slovacchia. Per capire meglio alcuni meccanismi vi rimando ad un’esauriente tabella a pagina 6.
Come è articolata la sorveglianza comunitaria sui bilanci statali? Ci sono due date da ricordare: il 30 aprile e il 15 ottobre. Entro la prima data ogn istato deve presentare la sua strategia sul medio-lungo termine per tematiche afferenti alla fiscalità. Invece, il 15 ottobre si deve presentare il proprio piano di bilancio per l’anno successivo. Quest’ultimo adempimento è obbligatorio dal 2013. In caso di problemi scattano due procedure. La EDP (ossia "Excessive Deficit Procedure") e l’EPP (ossia "Economic Partnership Program"). In pratica con la prima procedura si manda un avviso a quello stato che non rispetta i dettami europei in materia di bilancio. Con il secondo, al contrario, si devono indicare le misure che lo stato deve adottare per consolidare il proprio bilancio. A tali procedure è accompagnato un sistema di sanzioni che varia a seconda di casi indicati e predefiniti dall’0,2% al 0,5% del PIL. Si prega di leggere a proposito di tale tematica una tabella a pagina 9.
Per l’Unione Europea, altresì, è anche fondamentale il concetto di flessibilità. Ovverossia di rivisitazioni contrattate della normativa europea in fatto di bilancio da parte degli stati membri. Il motivo è alquanto semplice da capire. Permettere a ogni stato membro di entrare nella logica europea del bilancio secondo procedure maggiormente elastiche e possibili. Nel 2012 hanno usufruito della flessibilità Spagna, Portogallo e Grecia. L’anno scorso la Francia assieme a Olanda, Polonia e Slovenia. Per meglio comprendere le procedure di flessibilità è stata inserita a pagina 11 una tabella piuttosto corposa dove vengono elencati i casi standard.
In 17 anni di adozione del Patto per la Stabilità e la Crescita solo quattro stati non hanno mai sforato il parametro del 3%: Estonia, Finlandia, Lussemburgo e Svezia. Al momento undici stati (fra cui otto che appartengono all’area dell’euro) hanno all’attivo l’EDP. In generale gli stati che hanno problemi evidenti sono quelli dell’Europa mediterranea assieme alla Slovenia dove da anni si registra una situazione economica complessa. Una tabella situata a pagina 12 da la panoramica della situazione dei bilanci stato per stato. Il saggio, inoltre, contiene a pagina 15 e 16 la storia dei bilanci dei paesi membri dell’Unione Europea.
Un saggio che se anche scritto in inglese fornisce moltissime informazioni per comprendere meglio come l’Unione Europea controlla e monitora la situazione budgetaria dei signoli stati. Ed è per questo che ho pensato di renderlo disponibile accludendo il link per scaricarlo:
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