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"Cinque anni di troppo": Amnesty International chiede al nuovo governo cubano di rilasciare i dissidenti in carcere

A cinque anni dalla piu’ ampia repressione contro gli oppositori politici a Cuba, Amnesty International ha chiesto alle nuove autorita’ dell’isola di rilasciare immediatamente i 58 dissidenti ancora in carcere.

di massimo oriti - mercoledì 26 marzo 2008 - 2530 letture

Riceviamo e pubblichiamo

"Sono cinque anni di troppo. L’unico reato commesso da queste 58 persone e’ stato il pacifico esercizio delle liberta’ fondamentali. Amnesty International ritiene siano prigionieri di coscienza e chiede il loro rilascio immediato e incondizionato", ha dichiarato Kerrie Howard, vicedirettrice del Programma Americhe di Amnesty International.

Un mese fa, l’organizzazione per i diritti umani aveva espresso apprezzamento per il rilascio di quattro prigionieri di coscienza e la firma, da parte di Cuba, del Patto internazionale sui diritti civili e politici e del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali.

"Il nuovo presidente cubano, Raul Castro deve dare continuita’ ai recenti passi avanti, affrontando alcune delle questioni piu’ urgenti relative alla situazione dei diritti umani nel paese, tra cui la revisione giudiziaria di tutte le sentenze emesse al termine di processi iniqui, l’abolizione della pena di morte e l’introduzione di misure per garantire la liberta’ d’espressione e l’indipendenza della magistratura" – ha proseguito Howard.

Dei 58 prigionieri di coscienza, 55 fanno parte del gruppo di 75 persone finite in carcere a seguito della massiccia repressione contro il movimento dei dissidenti del marzo 2003. La maggior parte di loro fu giudicata colpevole di reati come "aver agito contro l’indipendenza dello Stato", per aver ricevuto fondi e/o materiale dal governo degli Usa, con l’obiettivo di svolgere attivita’ giudicate sovversive e dannose: aver pubblicato articoli o interviste su mezzi d’informazione finanziati dagli Usa, oppure aver avuto contatti con organizzazioni internazionali per i diritti umani, con gruppi e singole persone ritenute ostili al governo dell’Avana. I 75 dissidenti furono condannati a pene varianti tra sei e 28 anni, al termine di processi sommari e irregolari. A oggi, 20 di loro sono stati rilasciati per ragioni di salute.

Tra i prigionieri di coscienza figura Marcelo Cano Rodríguez, oppositore politico e difensore dei diritti umani. E’ stato arrestato a Las Tunas il 25 marzo 2003, mentre stava indagando sull’arresto di un altro dissidente, Jorge Luís García Paneque. E’ stato condannato a 18 anni per aver visitato prigionieri e incontrato le loro famiglie per conto della Commissione cubana dei diritti umani e aver tenuto rapporti con l’organizzazione internazionale Medici senza frontiere. E’ attualmente detenuto nel carcere Ariza di Cienfuegos, a 250 chilometri di distanza dal suo domicilio nella capitale L’Avana, cosa che rende difficili le visite dei familiari.

"Continuando a tenere in carcere oppositori politici che hanno esercitato le proprie liberta’ fondamentali, le autorita’ cubane non stanno concretizzando i loro impegni sui diritti umani" – ha concluso Howard.

L’elenco completo dei nomi dei 58 prigionieri di coscienza sara’ on line a partire dal 18 marzo all’indirizzo: www.amnesty.org


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