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Costa d’Avorio: per la resistenza, la democrazia e la liberazione

Dal 19 settembre 2002, la Costa d’Avorio subisce un’aggressione condotta da bande armate sostenute da una coalizione di forze nazionali ed internazionali, il processo di risoluzione della crisi rimane sempre nel vicolo cieco

di Thierry Avi - mercoledì 8 marzo 2006 - 3047 letture

Dal 19 settembre 2002, la Costa d’Avorio subisce un’aggressione condotta da bande armate sostenute da una coalizione di forze nazionali ed internazionali. La coesione sociale, l’integrità territoriale e la sovranità nazionale del Paese sono messe seriamente in pericolo da questa aggressione.

Nonostante i molti accordi firmati (Lomé, Linas Marcoussis, Accra e Pretoria), il processo di risoluzione della crisi rimane sempre in un vicolo cieco. La ribellione armata degli assaillants (assalitori) persiste: essi si rifiutano di disarmarsi malgrado il perdono concesso loro dalla Nazione espresso attraverso il voto di una legge d’amnistia. Le azioni decise della mobilitazione popolare iniziate qua e là dai vari movimenti di resistenza patriottica urtano contro l’incomprensione, l’immobilità ed anche l’ostilità di una parte della Comunità internazionale.

Profondamente provati dalla persistenza di questa situazione, parti e movimenti politici, organizzazioni della società civile, organizzazioni professionali e gruppi di intellettuali decidono di raccogliersi in un ampio fronte di resistenza le cui azioni a vocazione principalmente pacifica tenderanno alla liberazione nazionale, al restauro della sovranità dello Stato, all’instaurazione della libertà di circolazione dei beni e delle persone in tutto il territorio, all’apertura della Costa d’Avorio verso l’esterno, al mantenimento della sua tradizionale vocazione all’ospitalità ed al consolidamento della democrazia.

Ribadendo la loro piena adesione ai valori e principi fondatori dell’ONU e dell’Unione africana, le organizzazioni politiche e sociali decidono liberamente di legarsi con un contratto di solidarietà chiamato “CHARTE DE LA RESISTANCE POUR LA DEMOCRATIE”. La Carta ha per oggetto di unire partiti e movimenti politici come pure organizzazioni della società civile impegnate nella lotta di resistenza per la liberazione nazionale in attesa di creare un insieme di azioni concertate per il restauro della sovranità nazionale e della democrazia in Costa d’Avorio. Questo vasto raggruppamento è stato chiamato “CONGRES NATIONAL DE LA RESISTANCE POUR LA DEMOCRATIE”, (CNRD ).

Fanno parte della presente Carta, le organizzazioni politiche e sociali che aderiscono ai principi di libertà pubbliche ed ai valori repubblicani. Le parti contraenti affermano il loro attaccamento al rispetto scrupoloso della Costituzione in particolare nelle disposizioni relative alla gestione del Potere, che deve sempre discendere da libere elezioni. Le parti, inoltre, si dichiarano contrarie a qualsiasi ricorso all’uso delle armi. I firmatari della Carta si impegnano ad agire per la difesa delle Istituzioni della Repubblica, la salvaguardia della sovranità nazionale, la promozione della Democrazia, dello Stato di diritto, della Pace e per il restauro dell’immagine della Costa d’Avorio e della sua vocazione tradizionale di nazione aperta verso il mondo.

I firmatari intendono inoltre combinare i loro sforzi ed azioni di lotta in attesa di ottenere il disarmo della ribellione, la riunificazione del territorio nazionale e l’organizzazione di elezioni libere e trasparenti. Essi inoltre si impegnano per ottenere una nazione ivoriana riunificata, riconciliata ed interdipendente in uno Stato di diritto che garantisca la parità delle opportunità, la libertà d’opinione, la sicurezza, la libera circolazione di beni e persone ed anche la prosperità per tutti.

Il problema dei paesi africani, è l’occupazione imperialista e lo sfruttamento capitalista, come è stato più volte evidenziato.

Per esempio, riguardo alla Costa d’Avorio è stato detto dallo scrittore Boubacar Boris Diop - Le Monde Diplomatique/ Quotidiano il Manifesto, Marzo 2005: “ Dal 1960 in poi, grazie a contratti leonini, le società francesi trattano (come intermediari) e rimpatriano il 75% della ricchezza prodotta... Gbagbo (il Presidente ivoriano) è segnato a dito per aver osato attaccare gli interessi di un paese occidentale ...La Costa d’Avorio riveste fondamentale importanza per il Governo francese e per certe multinazionali. Non è certo per amore della Pace che gli elementi di Liocorno (la forza di pace francese) sono il triplo di quelli della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO)...I Governi di sinistra come di destra hanno sempre avuto mano libera nell’ex impero coloniale. Nascono così gli assassini politici mirati, il saccheggio sistematico delle risorse economiche di numerosi stati, e l’appoggio a dittature sanguinarie” E’ stato detto da Aldo Forbice - Quotidiano Nazionale/ La Nazione 18 Novembre 2004: “La Francia senza l’Africa è solo una potenza di terzo rango...L’armée si propone di tutelare insième ai 14 mila francesi gli interressi economici di Parigi, che da tempo sono insidiati dalla crescente presenza americana e di recente anche dei cinesi...Chirac ha sempre avversato il dispotico e infedele Laurent G. (Presidente della Costa d’Avorio), che aveva osato mettere in discussione gli interessi francesi aprendo gli appalti pubblici di importanti infrastrutture anche ad americani, cinesi e giapponesi...

E’ stato scritto da Nigrizia, Mensile dei Padri Missionari Comboniani , Dicembre 2004 “ Il Presidente ivoriano si è mosso in cerca di rapporti internazionali ed economici non solo francesi avviando contatti, per esempio sia con Pechino sia con Washington. O meglio tentando di aprire anche il mercato anche a investimenti cinesi e statunitensi, sia nel settore dei lavori pubblici, sia in quello delle concessioni per l’estrazione del gas e del petrolio... Questo modo di muoversi non poteva far piacere ai gruppi economici francesi, che hanno sempre fatto il loro comodo in Costa d’Avorio...”

E stato scritto dal Quotidiano la Repubblica del 6 Dicembre 2004 “ Quaranta quattr’anni dopo l’indipendenza gli interessi dell’ex impero coloniale sono ovunque in Costa d’Avorio: dall’elettricità all’acqua potabile, dalle ferrovie al sistema bancario. Francesi sono anche la telefonia mobile e quella fissa, il porto marittimo di Abidjan (che dopo quello di Durban è il più importante d’Africa), due terzi delle grandi concessioni agricole. Tutto ciò che luccica è ancora nelle mani della Francia...” Per risolvere questo problema, esiste un sola via: gli oppressi si rimboccano le maniche e si battono. Per questo, ripetiamo, i resistenti ivoriani di qualsiasi età e di qualsiasi obbedienza si sono impegnati, con la firma della Carta della resistenza. Una Carta che vuol essere un omaggio ai 64 morti ed alle centinaia di feriti causati dai soldati francesi durante le manifestazioni di protesta di Novembre 2004 contro l’occupazione dell’ex potenza coloniale ed anche una risposta alle rappresaglie inflitte ai patriotes (i patrioti), come il divieto di espatrio. Oggi il Paese è controllato per metà da un gruppo di ribelli che ha fallito un colpo di stato e per metà dal Governo. Nel frattempo l’ONU accusa i giovani patriotes di ostacolare il processo di Pace.

Un patto per la sovranità della Costa d’Avorio. Un patto che si vuole di lotta e di verità. Come hanno bene espresso le migliaia di giovani che chiedono soltanto di partecipare all’emancipazione ed allo sviluppo economico e sociale del Paese, come deve avvenire nelle moderne democrazie.


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