Attentato di Brindisi, bravi solo nelle emergenze

Non si può sfoderare il potere repressivo dello Stato a intermittenza, solo dopo ogni evento criminoso.

di Antonio Carollo - lunedì 21 maggio 2012 - 2297 letture

Noi siamo considerati esemplari nelle emergenze. Ma la vera esemplarità sta nel prevenirle queste emergenze. Dopo il fatto compiuto delle esemplarità degli interventi repressivi e di intelligence ci interessa fino ad un certo punto. A Brindisi per oggi era programmata una manifestazione per la legalità. Nessuno ha la sfera di cristallo, d’accordo, ma sarebbe stato strano o impensabile rafforzare la vigilanza almeno sui possibili obiettivi sensibili di quella città? Il concetto di prevenzione contro la criminalità organizzata è vasto. Grosso modo possiamo dividerlo in due parti: prevenzione sociale, economica, culturale e prevenzione repressiva. In casi come quello di Brindisi dovremmo essere in quest’ultimo territorio. Il giudice Grasso in tutti i suoi incontri, interviste, ecc., non manca mai di porre l’accento sulla necessità della prevenzione. Mi scuso se posso apparire irriverente nei confronti di un magistrato che merita tutta la nostra ammirazione e riconoscenza, ma devo dirla: egli intende la prevenzione degli altri, quella che le forze politiche e sociali, presenti nelle istituzioni, avrebbero il dovere (direi l’obbligo) di porre in essere. Per essere più espliciti quella prevenzione che in una colpevole situazione come quella dell’Italia manca poco tocca i confini dell’utopia. L’altro tipo di prevenzione è competenza sua (di Grasso), delle procure e del Ministero dell’Interno. Perché non ce n’è traccia? L’altro giorno la brava ministra Cancellieri l’abbiamo vista in tv a capo tavolo di una importante riunione per la sicurezza. Quanto dureranno le misure decise? Ormai c’è tra i cittadini disincanto e diffidenza. Non si può sfoderare il potere repressivo dello Stato a intermittenza, solo dopo ogni evento criminoso.


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