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Andrè De La Roche e il Balletto di Roma ne "Lo schiaccianoci"

E’ andato in scena il balletto al Teatro di Noto, In scena telecomandi e televisori, videogiochi e colori psichedelici “narrano” la fusione e la confusione tra realtà e finzione, tra fatti accaduti e spettacolarizzazione degli eventi..

di Donatella Guarino - martedì 10 aprile 2007 - 7455 letture

Alla Fondazione Teatro Vittorio Emanuele di Noto (Siracusa) questa volta è andato in scena il balletto. Il 18 marzo, con replica il giorno dopo, compresa anche una matinèe per le scuole, l’affascinante e straordinario Andrè De La Roche ha condotto con maestria le fila della fiaba notissima, musicata da Piotr Ilic Cajkovskij, “Lo schiaccianoci”.

In una produzione del Balletto di Roma, con la coreografia e la regia di Mario Piazza, nella nuova elaborazione drammaturgica di Riccardo Reim, il famoso racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann è diventato una chiave di lettura dell’età moderna e della società contemporanea.

In due atti, attraverso il linguaggio della danza contemporanea è raccontata la tragedia della conclusione dell’infanzia e l’ingresso, attraverso la complessità del mondo adolescenziale, nel mondo disincantato degli adulti.

La dimensione del sogno del bambino/ Clara si sgretola. Un videogame ingloba e fa prigioniera la protagonista, annullando ogni confine tra reale e virtuale. Il giocatore diventa esso stesso gioco, tessera di un mosaico che è difficile rimettere a posto come prima. Clara entra nel mondo degli adulti, abbandonando l’infanzia.

In scena telecomandi e televisori, videogiochi e colori psichedelici “narrano” la fusione e la confusione tra realtà e finzione, tra fatti accaduti e spettacolarizzazione degli eventi. Senza contare poi l’ossessione dell’informazione, che avviene a tutti i costi senza nessuna pietà e rispetto…

La storia raccontata è nota. E’ la vigilia di Natale. Drosselmeier, padrino di Clara e di Fritz, recita la canzone dell’orologiaio. I due bambini, intanto, attendono con trepidazione l’arrivo della festa e dei doni. Drosselmeier racconta la fiaba della noce dura Krakatuk. Clara è molto impressionata dal racconto e Drosselmeier, per non turbare la serata, lo interrompe mostrando i suoi regali: Arlecchina, il Soldatino e uno Schiaccianoci, automi meccanici così perfetti da sembrare veri.

Lo Schiaccianoci, in particolare, attira l’attenzione dei fratellini che litigano, se lo strappano di mano fino a che Fritz, indispettito, lo rompe.

Drosselmeier, allora, dopo averlo riparato, decide che lo Schiaccianoci dovrà essere custodito e curato da Clara. La bimba, felice, presenta il suo nuovo amico alla sua bambola e inizia a giocare, quando, all’improvviso, insoliti fruscii e squittii, strane presenze si aggirano per la stanza: sono Topi. Clara è presa da una sorta di spavento misto a curiosità e stupore. I giocattoli di Fritz si animano e cominciano a combattere contro gli invasori: il suo Schiaccianoci è il più coraggioso di tutti e, alla testa dell’esercito dei giocattoli, sconfigge i Topi.

La festa di Natale sta volgendo al termine. Clara si sveglia: si è trattato di un sogno. Viene nuovamente riportata alla realtà fatta di invitati, doni e danze. Ma quando alla fine gli invitati vanno via e lei resta sola ripensando al suo sogno e al suo giovane eroe, entra Drosselmeier accompagnato dal nipote. Clara lo guarda e riconosce in lui il suo amato Schiaccianoci.

Nel viaggio compiuto verso il magico castello di Confiturenburg, Città della marmellata, ove regna la Fata Confetto, Clara e il Principe-schiaccianoci incontreranno tutte le ghiottonerie desiderate dai bambini.

Si susseguono diversi numeri di danze: la danza spagnola, araba, e poi quella cinese, russa e africana.

Infine, l’aspetto caricaturale e comico: una macabra e grottesca Fata Confetto, tentatrice, simbolo dell’ingannevole ’dolcezza’ dei malvagi e della lusinga del male.

I costumi e le coreografie, hanno sostenuto questo gioco. Lo spettacolo è bello. La fiaba rimane tale, ma con un sapore amaro, prosaico. Alla fine si impara che è solo su di sé che si deve puntare. La vita è un gioco duro, ma pur sempre un gioco…


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Andrè De La Roche e il Balletto di Roma ne "Lo schiaccianoci"
30 dicembre 2007, di : Icrim |||||| Sito Web: OPs...

Vorrebbe dire che i due protagonisti erano fratelli?? o mamma mia... devo farmi assolutamente una cultura...
    Andrè De La Roche e il Balletto di Roma ne "Lo schiaccianoci"
    1 gennaio 2009, di : Luca

    Mi chiamo Luca e vorrei che questo indirizzo e-mail venisse girato ad Andrè De la Rochè in quanto avrei bisogno di mettermi in contatto con lui. Grazie giorgiofra@yahoo.com